Firenze, il carabiniere Costa in lacrime: "Ho fatto sesso ma nessuna violenza"
Continuano le indagini sullo stupro di Firenze. Il giallo su un'ora di buco in cui i due carabinieri hanno fatto perdere le loro tracce
Al termine dell'interrogatorio di ieri pomeriggio in procura, il carabiniere scelto 32enne Pietro Costa, originario di Palermo, si e' sciolto in un pianto liberatorio. Ma alla pm Ornella Galeotti, che indaga sulla presunta violenza sessuale ai danni di due studentesse americane avvenuta all'alba di giovedi' scorso a Firenze, ha fornito una versione dei fatti molto simile al suo collega, l'appuntato scelto Marco Camuffo.
E cioe' che c'e' stato sesso tra lui e la studentessa, nell'androne del palazzo del centro, ma nessuna violenza. Sono attesi gli esiti sul dna e su tutti gli altri accertamenti disposti dalla procura. All'esito dei quali, dice il difensore del secondo carabiniere, avvocato Andrea Gallori, potranno essere forniti agli inquirenti "ulteriori spunti investigativi".
Firenze, il carabiniere: "Le ragazze ci hanno invitato". Ma c'è un'ora di buco
C'è un'ora di buco su cui gli inquirenti, che stanno indagando sullo stupro di Firenze ad opera, secondo l'accusa, dei due carabinieri, vogliono far luce. Un'ora nel periodo di servizio che va dall'inizio del turno dei due miliatari, mezzanotte e quarantacinque, fino alle 6,45 del mattino. Periodo in cui dopo essere usciti dal palazzo delle due straniere, zona di loro non competenza, i carabinieri hanno fatto perdere le proprie tracce.
Perché se il secondo dei due, Pietro Costa, nella deposizione rilasciata ieri al Pm, ha anche lui ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con l’altra studentessa americana precisando che "sono state le ragazze a invitarci, insistendo perché salissimo a casa"?.
I magistrati sospettano che i carabineri, alla loro seconda uscita insieme, abbiano incontrato qualcuno, oppure cancellato eventuali prove. Alle 2,45, dopo l'intervento in discoteca, due pattuglie comunicano che l’intervento è terminato. Della terza auto, però, non si sa nulla. Secondo le ricostruzioni effettuate con le telecamere, la gazzella incriminata rimane ferma sotto l’abitazione delle due studentesse fino alle 3,13. Poi si allontana, ma nessuno è in grado di dire dove vadano Camuffo e Costa.
Ricompaiono alla 4, comunicando alla centrale di aver terminato un generico posto di blocco. Proprio quando la polizia riceve la chiamata delle due americane che denunciano lo stupro. Che cosa hanno fatto in quell'ora di buco? Si stanno effettuando verifiche per scoprire che cosa abbiano fatto davvero, se abbiano chiesto aiuto a qualche altro collega, se quel tempo sia stato utilizzato per "ripulire" auto e divise e così nascondere quanto era accaduto con le due giovani.