Cronache

G8 Genova, gli agenti di Polizia vs Gabrielli: "Fummo noi a essere aggrediti"

Il sindacato di Polizia Consap a Gabrielli: "Sul G8 di Genova ha fatto un assist ai professionisti dell'antipolizia"

G8 GENOVA, ECCO IL COMUNICATO DEL SINDACATO DI POLIZIA CONSAP

“Un tentativo condivisibile di ricucire la ferita del G8 e restituire fiducia ai cittadini” cosi la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia con riferimento all’intervista del Capo della Polizia Franco Gabrielli a 16 anni dai fatti di Genova. Al di la delle singole frasi, che oggi condannati e capi della devastazione genovese con il supporto di una classe politica cresciuta e prolificata sugli scenari di quei giorni a Genova, analizzano con il lanternino per raccattare qua e là spazi di visibilità mediatica, siamo certi che la sostanza dell’intervista del nostro Capo racchiuda la volontà di evidenziare i tanti passi in avanti fatti da uomini e donne della Polizia di Stato dopo quegli episodi terribili.

Pur sottolineando l’intento costruttivo di questa intervista – prosegue la Consap – resta condivisibile l’amarezza che registriamo nelle reazioni dei colleghi sul tema del reato di tortura, che per contenuti, tempi e blindature varie della norma, da parte del Parlamento, ci preoccupa non poco in quanto ci vede capri espiatori di un senso di vendetta mai sopito che attraversa trasversalmente i poteri degli stati democratici dal primo al quarto.

“In sostanza non siamo preoccupati dalla legge perché i poliziotti italiani non torturano – spiega Stefano Spagnoli Segretario Nazionale della Consap – ma da chi dovrà darne la sua interpretazione, Poi, ci perdoni il Capo, una grande colpa di questa intervista però è quella di aver restituito una ribalta ai capi di quella devastazione giornalisti e politici professionisti dell’antipolizia e personaggi dei quali la democrazia può fare benissimo a meno gente come Luca Casarini condannato a ripetizione per le sue offese ai poliziotti, proprio noi della Consap siamo stati riconosciuti degni di risarcimento per una frase “nazistelli in divisa” pronunciata ad Avellino, che in queste occasioni trova ancora giornali pronti ad ospitare il suo velenoso preconcetto; l’auspicio è che queste incontinenze verbali infarcite di giaculatorie siano ben pagate almeno potrà far fronte alla condanna alle spese legali e risarcitorie.

La Consap resta dell’idea che a Genova abbiamo assistito ad un’aggressione contro una città e contro le istituzioni democratiche di una violenza inaudita, che forse non ha trovato ristoro nelle aule di giustizia; quelle stesse aule di giustizia che hanno liberato dopo appena tre giorni il guineano che ha tentato di uccidere un poliziotto alla stazione centrale di Milano. “Episodi di ordinaria interpretazione della giustizia che ci preoccupano e qui torniamo al reato di tortura – conclude Spagnoli - che non di rado temiamo sarà interpretato in danno dei colleghi”.