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Cronache
Alice, ipotesi omissioni e valutazioni errate: parla il procuratore di Genova
Alice Scagni e fratello

Donna uccisa dal fratello a Genova, il procuratore Pinto affronta i dubbi sull'operato di chi ha ricevuto le segnalazioni

La procura di Genova vuole vederci chiaro sul caso di Alice Scagni, la donna uccisa dal fratello nel capoluogo ligure la sera del primo maggio scorso. Dopo le accuse della madre alla polizia che avrebbe sottovalutato precedentemente le richieste di intervento da parte dei familiari, è stata aperta un’inchiesta per omissione d’atti d’ufficio e omissione di denuncia.

Intervenuto su Radio 24, il procuratore capo di Genova Francesco Pinto ha sottolineato che “le sale operative sono molto attrezzate” per interpretare le notizie di reato “anche con riferimento al ricorso a banche dati per vedere se i soggetti segnalati sono stati già oggetto di precedenti situazioni critiche”. Ma la discussione aperta proprio dal direttore di affaritaliani.it Angelo Maria Perrino a Ore 14 su Rai2 è se le Forze dell’Ordine abbiano gli strumenti adeguati per contrastare il disagio psichico di alcuni soggetti che si esprime in forme nuove e difficili da capire.

Il procuratore Pinto ha raccontato che “il soggetto non  aveva nessun tipo di segnalazione precedente all’autorità giudiziaria” e che l’unica cosa che risultava, in un controllo fatto la mattina stessa che si sono verificati i fatti, “era un precedente per guida in stato di ebrezza” e quindi, nonostante le ripetute minacce di Alberto Scagni ai propri familiari, in procura “non c’era nessun tipo di avvisaglia documentata dal punto di vista della pericolosità del soggetto”.

 

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