Cronache

Germania terra di conquista della mafia. Gli affari dalla caduta del Muro

Mafie: dal muro di Berlino a oggi, la presenza criminale in Germania

Montagne di soldi del traffico della droga vengono riciclati nell’economia legale, facendo concorrenza sleale alle aziende pulite. Denaro che serve a corrompere e alterare le elezioni. Non stiamo parlando dell’Italia, ma della Germania, dove le mafie fanno affari in silenzio, contando non solo su complicità di professionisti e amministratori, ma anche su ignoranza e sottovalutazione del fenomeno, visto come fenomeno folkloristico.E' quanto si legge nel libro “Le mafie sulle macerie del muro di Berlino” scritto dalle giornaliste Sabrina Pignedoli e Ambra Montanari, edito da Diarkos, che ripercorre l’insediamento delle mafie in terra tedesca, dalla caduta del muro di Berlino a oggi.  “L’idea è che le mafie siano una questione fra italiani, che non riguarda direttamente i tedeschi anche se le organizzazioni criminali sono ormai presenti sul territorio tedesco da oltre un trentennio”, spiegano le autrici Ambra Montanari e Sabrina Pignedoli. 

Le mafie sulle macerie del muro di Berlino tratta in maniera storica-operativa la questione delle mafie in Germania ed è il primo libro a ricostruire il legame tra la fine della Cortina di Ferro e il radicamento delle mafie in terra tedesca. Nella pagine sono approfondite alcune questioni rimaste marginali o inedite, come il testimone tedesco della strage di Duisburg che fece arrestare uno dei responsabili, o il viaggio in Germania di Paolo Borsellino in quell’intervallo di 57 giorni che separano la sua morte da quella di Falcone, fino a dettagli sulla morte del giudice Rosario Livatino. Sono riportati inoltre degli interessi che legano il super latitante Matteo Messina Denaro con personaggi che operano in Germania e hanno legami con la massoneria tedesca.      

Il libro prende avvio dalla caduta del muro di Berlino, quando la Germania unita si trova a far fronte alla privatizzazione della ex Ddr. Sedicenti imprenditori arrivavano con valigette piene di soldi davanti a impiegati statali che non sanno nemmeno cosa vuol dire “mafia”. Così le organizzazioni criminali italiane si sono comprate parte delle Germania dell’Est. Un viaggio di trent’anni, che viene ricostruito grazie alle carte degli archivi della Treuhand, agenzia fiduciaria preposta alla privatizzazione dell’ex Ddr, agli atti giudiziari, alle testimonianze di pentiti, magistrati e inquirenti sia italiani, sia tedeschi.