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Cronache
Giulia, "depressione gravissima" di Filippo. La strada per evitare l'ergastolo

Omicidio Giulia, la difesa di Filippo si gioca la carta del vizio parziale di mente

Il momento esatto della morte di Giulia Cecchettin sarà decisivo per definire il percorso carcerario del killer, Filippo Turetta. Per la procura di Venezia che indaga sull'omicidio la parte più importante da stabilire è quando il colpo è stato sferrato. Alle 23.40 nella zona industriale di Fossò quando lei cercava di sfuggirgli o dieci minuti dopo, quando lui la carica sulla Fiat Grande Punto per andare al lago di Barcis? La questione serve per escludere la possibilità della difesa di Turetta di sostenere la tesi che l’omicidio di Giulia sia stato preterintenzionale. Ovvero una delle due strade, insieme - si legge su Il Gazzettino - alla perizia psichiatrica, per evitare l’ergastolo. L’omicidio preterintenzionale è il reato di chi provoca la morte di un'altra persona senza la volontà di ucciderla, ma solo con quella di provocarle lesioni. Mentre con la premeditazione, ancora in ballo, la pena massima prevista è proprio l’ergastolo.

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Il suo difensore, l’avvocato Giovanni Caruso, potrà chiederle il rito abbreviato (che prevede lo sconto automatico di un terzo della pena) soltanto se il reato contestato a Turetta non prevede l’ergastolo. Per questo già oggi sull’accusa e la difesa si gioca una partita decisiva. La difesa di Turetta percorrerà in ogni caso la strada della perizia psichiatrica. Per cercare di ottenere almeno il vizio parziale di mente. Ma dovrebbe trattarsi di un vizio grave, come una depressione gravissima. Altrimenti, dicono le sentenze, il giudice potrebbe anche non considerarla. Intanto ieri l’incontro tra Filippo Turetta e i genitori Nicola ed Elisabetta Martini è stato "affettuoso". "Non mi sento più solo", avrebbe detto il ragazzo. I genitori sono apparsi "provati ma hanno mantenuto un contegno normale".

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