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Cronache
"I Lenzuoli" di Carla Accardi in mostra al Museo Correr di Venezia

La mostra su Carla Accardi, l'arte tra femminismo e sociale

Più che una mostra è un omaggio a una delle artiste italiane più importanti del XX secolo quella da oggi aperta al pubblico al Museo Correr di Venezia: Carla Accardi. Gli anni Settanta: i Lenzuoli. Curata da Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto, realizzata in collaborazione conl’Archivio Accardi Sanfilippo di Roma, sarà visibile fino al 29 ottobre.

Un progetto espositivo ambizioso, dichiarato fin nel titolo, concepito per dare vita a unagrande installazione pensata appositamente per l’imponente Sala delle quattro porte, uno dei pochi ambienti della Procuratie Nuove che ha conservato intatta la struttura originale, risalente alla fine del XVI secolo, e dove sono esposte sculture lignee quattrocentesche. Insieme a una selezione di opere del ciclo Lenzuoli, al quale la Accardi ha lavorato a partire dagli anni Settanta, è presente anche un nucleo sculture, concepite nel medesimo periodo ma realizzate al principio del nuovo millennio.

L’iniziativa, promossa dal Museo Correr, cade a ridosso del centenario della nascita di Carla Accardi (1924-2014), siciliana di origine, romana di adozione e che con Venezia ha sempre avuto un legame privilegiato, fin dal 1948, anno in cui risale la prima di una lunga serie dipartecipazioni alla Biennale, l’ultima nel 2022. “Questa è una scelta propedeutica e doverosa – spiega Chiara Squarcina, dirigente dell’Area Attività Museali di Venezia, co-curatrice della mostra – per tenere alta l’attenzione sull’arte femminile nei Musei Civici. Perché ci sono vociche sono rimaste silenziose e che meritano di essere riportate all’attenzione del pubblico.Quella di Carla Accardi, visionaria e sempre rivolta al futuro è stata forte, a tratti scomoda madeterminante per la conquista di visibilità da parte delle artiste”.

Il potere luminoso del colore, una delle cifre distintive dei lavori di Carla Accardi, è protagonista assoluto anche nei Lenzuoli esposti, molti dei quali per la prima volta, realizzati su teli di cotone d’uso domestico, di varia dimensione, e dipinti con pittura per stoffa. “Lei amava questa modalità espressiva forse però non così frequentata sotto il profilo espositivo ecritico – spiega il curatore Pier Paolo Pancotto - In realtà aver riaperto questa finestra su un periodo storico del lavoro di Carla, gli Anni ‘70, è di una densità eccezionale, dal punto di vista professionale e individuale. Non è un caso che siano gli anni che coincidono sia con il suo massimo impegno col femminismo, sia con l’amicizia con Carla Lonzi”, con la quale fonda, insieme a Elvira Banotti, il gruppo Rivolta Femminile, ispiratore dei primi gruppi femministi italiani.

carla accardi locandina mostra
 

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