Cronache
Ilaria Cavo premiata dal "sistema Toti": su Affari le intercettazioni
La coordinatrice regionale Ilaria Cavo premiata a sua insaputa dal "sistema Toti"? Ecco cosa dicono le carte dell'inchiesta
Ilaria Cavo premiata dal "sistema Toti": su Affari le intercettazioni della pupilla tra bulldozer e mortadella
“Conta la scelta dei cittadini, non come si spostano i consiglieri”. E avrebbe avuto ragione Ilaria Cavo, all’indomani delle dimissioni di Angelo Vaccarezza da coordinatore e portavoce regionale della Lista Toti, ruolo diventato suo, se non fosse per le 7.587 preferenze ottenute nelle ultime elezioni a suon di “mazzette”. Non distribuite da lei, si specifica, visto che la deputata arancione non risulta indagata nell’ambito del terremoto giudiziario su un presunto giro di corruzione elettorale che ha colpito in primis Giovanni Toti.
Ma sotto l’ala del governatore della Liguria Ilaria Cavo è cresciuta politicamente, a partire dal lontano 2015, fino a ricoprire il ruolo di parlamentare di Noi moderati e di coordinatrice regionale, appunto. Sarà per questo, forse, che Toti - si legge nelle carte dell’inchiesta che Affari ha potuto esaminare - si è prodigato insistentemente con il proprio capo di gabinetto Cozzani e, a cascata, con i fratelli Testa, per far ottenere alla sua “pupilla” una manciata di voti in più?
Le intercettazioni non mentono, e descrivono chiaramente un governatore deciso a premiare Ilaria Cavo con un seggio nella circoscrizione di Genova.
Meno chiaro il volere, ufficioso, della stessa coordinatrice, che ricordiamo non essere indagata, che anzi in più occasioni manifesta la propria ritrosia nel presenziare a una cena che avrebbe potuto legarla a un giro di richieste e di favore da parte degli organizzatori dell’evento.
Inutili i tentativi dei “bulldozer” di convincerla per adempiere alla volontà di Cozzani, e dunque di Toti. Che la Cavo avesse intuito ci fosse qualcosa di poco limpido dietro la campagna elettorale? “Siamo sicuri che il governatore dimostrerà l'estraneità alle contestazioni e per questo, esprimendogli fiducia e vicinanza, confidiamo che il lavoro della magistratura potrà chiarire in breve tempo la sua posizione” sono state le sue uniche parole dopo l’arresto di Toti. Ma la questione è tutt’altro che chiara, se si pensa all’“astio” che i fratelli Testa, “sguinzagliati” da Cozzani, nutrivano nei confronti della coordinatrice, fatto che emerge sempre dalle carte dell’inchiesta: “a me mi sta sulle palle, (...) tu lo sai che l’abbiamo votata per Toti no”. E ancora: “come ti dicevo la Cavo ce l’ha fatta, no, (...) e quindi ora non dico che ha un debito con noi Toti, quindi come ti dicevo qualcosa ci deve dare”.
Ci si potrebbe interrogare, in definitiva, sulla liberalità delle indicazioni fornite da Toti al proprio capo di Gabinetto a vantaggio di Ilaria Cavo. Nocciolo che il governatore della Liguria potrebbe chiarire già nell'interrogatorio di venerdì.