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Cronache
"In terra ostile" di Boni Castellane, l'analisi del nostro presente distopico

E tutto questo – almeno formalmente – è legale, democratico, moderno, progressista! “Le masse, nel nostro Paese almeno, si trovano in una situazione che impedisce loro di rendersi conto delle violazioni della Costituzione. La violazione del diritto assume talvolta apparenza di legalità, per esempio quando il partito al potere si assicura una maggioranza favorevole a modificare la Costituzione. La maggioranza può contemporaneamente agire nella legalità e produrre illegalità: le menti semplici non afferreranno mai questa contraddizione”. (Ernst Jünger, Trattato del ribelle)

Oggi, qui in Italia, i limiti sono saltati, il confine tra diritti Costituzionali e diritti umani valicato, la legge del più forte, della tribù più numerosa, governa la società. Ma “una forza predominante, se pure riesce a modificare il corso della storia, non può creare diritto”. Il diritto nasce soprattutto come tutela dell’uomo dall’abuso del sovrano. Nelle democrazie, la maggioranza compie abusi esattamente come nelle monarchie assolute e il fatto che (almeno in apparenza) ciò venga fatto con il consenso della maggioranza non può servire da giustificazione, non può costituire la base giuridica per la cancellazione di diritti umani che ciascuno in cuor suo sente come intoccabili, sacri.

Se in termini numerici la dissidenza è stata sconfitta, in termini di valore le cose cambiano aspetto. Spetta a noi il compito di tutelare l’uomo dall’abuso del sovrano, siamo chiamati a un compito storico e non possiamo tirarci indietro. In noi dissidenti sono vivi l’originaria volontà di resistenza, l’istintiva percezione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e la naturale aspirazione alla libertà.

Negli altri, al contrario, prevalgono la cieca fiducia nelle doti taumaturgiche del sovrano, la vocazione all’obbedienza e l’erronea sensazione che l’appartenenza al gregge garantisca una maggiore sicurezza. L’esproprio che prenda di mira l’inviolabilità del corpo umano ha un unico obiettivo: la schiavitù. Tutta la filosofia transumanista sottende una negazione della sacralità di ciascun essere vivente, della sua trascendenza, della sua importanza nella creazione. Siamo talmente pervasi dalla propaganda transumanista che leggendo queste parole non siamo più in grado di comprenderne il profondo significato.

“Il panico che oggi vediamo dilagare ovunque è già espressione di uno spirito intaccato, di un nichilismo passivo che stimola quello attivo. Niente di più semplice che intimorire un uomo già persuaso che tutto avrà fine nel momento in cui verrà meno la sua fugace presenza sulla terra. I nuovi padroni di schiavi lo sanno, e solo per questo danno tanta importanza alle teorie materialistiche. E’ invece importante sapere che ogni uomo è immortale, che in lui alberga una virtù eterna, terra inesplorata e tuttavia abitata che anche se lui stesso ne nega l’esistenza nessun potere temporale potrà mai strappargli”.

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