Cronache
"In terra ostile" di Boni Castellane, l'analisi del nostro presente distopico
Come dice il titolo, ormai viviamo in terra ostile, la vita quotidiana è invivibile, siamo schiavi senza possibilità di affrancamento,
Alla base di tutto, vi è un radicale disprezzo per la condizione umana. Per questo, il primo punto che dovrebbe unire tutti noi dissidenti è il rispetto per ciò che siamo. E non ha nulla a che vedere con le nostre personali concezioni religiose.
I tempi ci costringono a dare risposte chiare a interrogativi esistenziali, veri e propri aut aut morali: è lecito mettere a repentaglio la salute di un minore per tutelare quella dei suoi nonni? E’ lecito imporre trattamenti sanitari obbligatori quando è ormai evidente che tali trattamenti non impediscano di contagiarsi e contagiare? E’ lecito giustificare divieti che mettono a rischio la salute, il diritto al lavoro, allo studio, alla vita di relazione?
Le risposte albergano in ciascuno di noi. L’errore è che ci aspettiamo che vengano date dai giuristi. E’ un errore fatale: mai come oggi, nel mondo Occidentale è venuto meno il principio della divisione dei poteri: la Corte Costituzionale fa l’interesse del sovrano. E qui si vede tutta la nobiltà, tutta l’importanza del compito che ci attende: ridare voce alla coscienza, tenere accesa la fiamma nella notte più buia.
Il nemico è ovunque, forte, apparentemente invincibile. Altre violazioni di diritti ci attendono, ma noi saremo vigili. Anche se siamo uno su cento, anche se “le persone sono talmente adagiate nell’alveo delle strutture collettive da non essere capaci di difendersi”, noi ci difenderemo.
Statene certi, ci difenderemo. E questa non è una minaccia, è un monito al sovrano: noi non siamo animali da mandare al macello in nome della riduzione della popolazione, noi non siamo parassiti che deturpano la bellezza del creato. Siamo uomini coraggiosi, se sarà necessario diventeremo ribelli, non per difendere noi stessi, ma per difendere la condizione umana dallo svilimento dell’ideologia transumanista.