Isis, Islam e quello "specchietto per le allodole"
Chi ha tutto l'interesse ad arruolare, addestrare e strumentalizzare i miliziani jihadisti, temo che non insegua affatto delle finalità religiose. Mi riferisco a quei manovratori politici che siedono nelle "alte sfere" del potere che agiscono sul terreno internazionale. L'Isis si insinua dentro i conflitti intestini al mondo islamico, in primis nello scontro secolare tra sunniti e sciiti, per rovesciare i rapporti di forza vigenti nel quadro politico arabo-islamico, in regioni geopolitiche e strategiche assai delicate e determinanti per le sorti del capitalismo, quali il Medio Oriente o il Golfo Persico, non soltanto perché ricche di materie prime e giacimenti petroliferi. Da noi, nelle società secolarizzate occidentali, gli ideali religiosi sono stati soppiantati da altri moventi, che costituiscono dei veri e propri surrogati della dimensione religiosa.
Mi viene in mente il tifo calcistico, giusto per indicare un esempio. Altrove, nel mondo musulmano, la spiritualità religiosa esercita ancora una spinta ideale e motivazionale assai forte, nessuno lo mette in dubbio. Ma, come avveniva già in passato nel mondo cristiano, il fattore religioso è di fatto subordinato ad altri interessi che sono di ordine materiale, nella misura in cui la sfera religiosa si pone al servizio di assetti di potere politico-economici che strumentalizzano il fenomeno religioso per auto-riprodursi in modo perpetuo. La chiesa cattolica è un chiaro esempio in tal senso, visto che si tratta di un'istituzione antica, di origine medievale, una struttura piramidale e feudale, che sopravvive da oltre duemila anni. E ciò non accade per un caso fortuito. Il pontefice attualmente in carica, apparentemente gioviale ed estroverso, umile e fuori dagli schemi e dai protocolli tradizionali, è il classico "specchietto per le allodole". La sua funzione è riavvicinare, almeno verbalmente, la chiesa romana a tutti quei popoli che si stavano discostando sempre più dal cattolicesimo, per abbracciare altre fedi religiose o altre cause ideali. Il compito di papa Bergoglio è, per l'appunto, di natura politica ed è un obiettivo di lungo termine perseguito dalla curia vaticana per resistere alla crisi epocale e strutturale che investe il capitalismo e porsi come una sorta di "terza via". È una strategia politica di ampio respiro, che il sacro soglio pontificio ha impostato per evitare di essere travolto da un eventuale crollo del sistema globale imperniato sull'economia di mercato. Potrei sbagliarmi, ma mi pare sia la prospettiva assunta da chi governa oggi la Santa Sede.
Lucio Garofalo