Cronache

L'Intelligenza Artificiale dà un'identità alle vittime dell'Olocausto

La piattaforma From Number to Names (N2N),utilizza il riconoscimento facciale sulle foto dell'Europa prebellica

Le vittime dell'Olocausto, grazie all'Intelligenza Artificiale, ora avranno un volto

Un ingegnere in forza a Google, Daniel Patt, di New York, ha progettato e sviluppato un software, messo a disposizione gratuitamente, che sfrutta tecnologie di Intelligenza Artificiale per scansionare centinaia di migliaia di foto per aiutare a dare un volto alle vittime e ai sopravvissuti all'Olocausto.
Il nome della piattaforma è From Number to Names Number to Names (N2N) e l'ingegnere si è impegnato a realizzarlo nel tempo libero a proprie spese, certo, affiancato da un team di ingegneri, ricercatori e data scientist. 

Secondo quanto risulta agli esperti del Museo dell'Olocausto degli Stati Uniti, non esiste un elenco che identifichi con certezza le vittime e i sopravvissuti dell'Olocausto. La ricerca poi per dare un'identità alle storie di queste persone è un processo lungo e laborioso che parte da informazioni ridotte al lumicino. L'ispirazione di Daniel Patt per la creazione di questo software è arrivata nel 2016 durante la visita al Museo POLIN di Storia degli ebrei polacchi di Varsavia. Ossessionato dalla possibilità di non riuscire a dare un’identità ai volti dei suoi familiari, Patt ha sviluppato N2N per poter aiutare la sua famiglia e altri a trovare le foto dei propri cari. 

Il software, ancora in fase di sviluppo, a oggi restituisce le 10 migliori corrispondenze. "Mostriamo semplicemente i risultati, con punteggi di somiglianza, e lasciamo che le persone decidano se i risultati contengono un'identificazione positiva" ha spiegato Patt in un'intervista. "Vorremmo che N2N diventasse un veicolo per informare sull'Olocausto, dando agli studenti l'opportunità di contribuire direttamente alla documentazione storica", ha aggiunto Patt.

"Gli studenti possono utilizzare il software per aiutare a identificare volti e manufatti negli archivi di foto e video e potenzialmente scoprire nuove connessioni tra i discendenti viventi dell'Olocausto e i loro antenati". Daniel Patt aveva solo 9 anni quando è iniziata la guerra ed è fuggito dalla sua città natale di Zamosc verso est con suo padre e i suoi fratelli. Sua madre è stata uccisa durante l'invasione nazista come il prozio di Patt. Il resto della famiglia è sopravvissuta ed è emigrata a New York dopo la guerra. Al momento il software ha analizzato quasi mezzo milione di foto, contenenti circa 2 milioni di volti.