Cronache

Mala del Brenta, la vera storia del clan criminale in un documentario

Il documentario racconta le vicende dell’organizzazione criminale guidata da Felice Maniero detto “Faccia d’angelo”

Come è nata la parabola criminale di uno dei più sanguinari protagonisti della malavita italiana tra gli anni ’80 e ’90?  Come ha fatto un ragazzo del Nord Est a trasformare gli amici del bar in una banda tanto organizzata quanto crudele?

LA MALA DEL BRENTA – LA VERA STORIA, in onda su Crime+Investigation (canale 118 di Sky) mercoledì 16 novembre alle 22.55, racconta una delle pagine più nere della nostra storia recente, una ferita ancora aperta, e ricostruisce la vicenda del suo artefice, Felice Maniero detto “Faccia d’angelo”.

L’efferata storia criminale è ricostruita non solo attraverso immagini di archivio e interviste inedite ai membri della banda come Silvano Maritan, braccio destro di Maniero e arrestato ieri per omicidio, o l’ex brigatista Giuseppe Di Cecco, protagonista della fuga dal carcere di Fossombrone insieme a “Faccia d’angelo”. 

Il documentario dà la parola anche alle vittime, come alla guardia giurata Donato Agnoletto sequestrato dalla Mala del Brenta, e a quelle persone che sono state dalla parte giusta della barricata e che hanno speso parte della propria vita a combattere Maniero, come il questore Francesco Zonno e il commissario Michele Festa.

Il documentario ripercorre i principali eventi che hanno segnato la storia di “Faccia d’angelo”. Alla fine degli anni ’70 nella provincia veneta il giovane Maniero mette in piedi un’organizzazione fondata sul taglieggiamento dei cambisti, ossia le persone che prestano soldi ai clienti del casinò di Venezia. Allarga la propria attività criminale con le bische clandestine, il traffico di droga e quello di d’armi con l’ex Jugoslavia. Uccide, fa uccidere, evade dalla prigione. In pochi anni diventa capo di una “holding” criminale nota come la Mala del Brenta. Le forze dell’ordine e la magistratura non gli danno tregua. Negli anni ‘90 riescono ad arrestarlo una volta per tutte e a condannarlo a diversi anni di carcere.

Il documentario è stato da Alessandro Garramone e Annalisa Reggi per la regia di Nicola Prosatore e prodotto da Briciola TV.