Le scritte sul muro contro Don Ciotti e Dalla Chiesa risvegliano i giovani
Dalla Chiesa e Don Ciotti contro il virus mafioso: una nuova generazione insieme al prete coraggio
Scritte sui muri contro Don Ciotti a Locri e scritte sui muri contro Dalla Chiesa a Palermo: il virus della mafia è ancora presente
Le scritte di mafia a Locri e poi a Palermo contro don Luigi Ciotti, fondatore dell'associazione Libera, del tono 'sei un secondino, sbirri siete voi' e contro una vittima di mafia del passato il Generale di Divisione Carlo Alberto Dalla Chiesa 'Dalla Chiesa assassino' hanno fatto ricordare, a chi lo avesse dimenticato, che la parte più povera del nostro paese è ancora infettata dal virus della criminalità organizzata.
SCRITTE CONTRO DON CIOTTI: LA RISPOSTA DI DONO CIOTTI E' STATA FORTE
La risposta di Don Ciotti è stata immediata, pubblica e forte 'siamo tutti calabresi e tutti sbirri e siamo, e siamo qui per sostenere e valorizzare quella Calabria che non accetta di essere identificata con ndrangheta, massoneria e corruzione'.
Altrettanto decisa fu la risposta del Generale Carlo Dalla Chiesa quando, nel 1982, venne nominato prefetto di Palermo per combattere il fenomeno mafioso.
Il suo fu un grido di dolore ricco di dignità quando scrisse ' mi mandano in una realtà come Palermo con gli stessi poteri del prefetto di Forlì, ma non possiamo delegare il potere dello Stato né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti'.
SCRITTE CONTRO DALLA CHIESA: IL GENERALE SOLO CONTRO LA MAFIA
Il Generale Dalla Chiesa, morì ammazzato il settembre successivo insieme alla moglie Cetti Carraro e a una guardia della piccola scorta. Gia', piccola scorta, perché il Generale era una vittima predestinata colpita non solo dalla mafia ma pure da uno Stato colpevole che lo lasciò solo. Con una sorta di connivenza della gente locale che la testa l'aveva girata dall'altra parte.
Si rischia lo stesso con Don Ciotti? Le scritte minacciose a Locri lo potrebbero fare pensare ma i tempi sono cambiati.
SCRITTE CONTRO DON CIOTTI, MA CON LUI CI SONO I GIOVANI CALABRESI
Ora al fianco del prete coraggio ci stanno molti giovani calabresi che con la forza dell'onestà, della disperazione ma anche della speranza gli sono vicini.
I centomila che, pochi giorni fa, erano con lui a dimostrare solidarietà hanno capito che se la Calabria e il Sud non si liberano da questi tentacoli, saranno tutti 'virtualmente' morti e, insieme a loro, tutto il Sud.
Un Sud ammazzato dalla povertà, dall'ignoranza. dal sopruso.
Ma un'altra differenza fa ben sperare rispetto al passato. Questa volta lo Stato sembra essere meno assente.
Finalmente la politica sembra aver davvero compreso che magari l' Europa può andare a due velocità, ma non il paese. L'Italia non può permettersi di vivere nello stesso modo.
E' folle immaginare che prosperi un nord e sia il numero uno in Europa per sviluppo, e arranchi un Sud che, sempre più, pare avvicinarsi alle zone di estrema povertà subsahariane.
Il paese Italia avrebbe perso.