Cronache

La crudele storia delle sparizioni di gatti a Lucugnano: non è solo un caso di maltrattamento animale

Di Annamaria Leone

Questa non è solo una storia di maltrattamento animale, ma un'opportunità per riflettere su temi più ampi che riguardano la nostra società, il rispetto per la vita e l'importanza di combattere la violenza in tutte le sue forme.

Il modus operandi del pensionato era tanto crudele quanto premeditato: utilizzava una gabbia trappola, piazzata strategicamente nel suo giardino, per attirare i felini


Negli ultimi mesi, la frazione di Lucugnano, appartenente al comune di Tricase, è stata al centro di un inquietante fenomeno: la misteriosa sparizione di numerosi gatti. Gli abitanti della zona, inizialmente scettici, hanno cominciato a collegare i punti, rendendosi conto che qualcosa di sinistro stava accadendo. A seguito di un'indagine condotta dalla polizia giudiziaria del nucleo guardie zoofile Agriambiente di Lecce, insieme agli agenti della polizia locale, è emerso un quadro sconvolgente che ha portato alla denuncia di un pensionato sessantottenne per maltrattamenti sugli animali. L'anziano, secondo le ricostruzioni dell’indagine, si sarebbe sentito infastidito dalla presenza di gatti nel suo quartiere, decidendo di adottare misure estreme per ridurne il numero.

Il modus operandi del pensionato era tanto crudele quanto premeditato: utilizzava una gabbia trappola, piazzata strategicamente nel suo giardino, per attirare i felini. L’esca consisteva in bocconcini per animali, che rendevano la trappola irresistibile per i gatti, che entravano ignari del destino che li attendeva. Una volta catturati, i felini venivano torturati e uccisi in modo atroce: l’indagato avrebbe infatti impiccato gli animali, un gesto che rivela una spiccata predisposizione alla violenza e una distorta percezione della vita animale. Questo comportamento non solo solleva interrogativi sulla psiche dell’individuo, ma mette in luce questioni più ampie riguardanti la violenza sugli animali e il ruolo della comunità nel riconoscere e denunciare tali atrocità.

Dal punto di vista criminologico, il caso presenta diverse tematiche di rilevanza. Innanzitutto, la motivazione alla base di tali atti può essere analizzata attraverso le lenti della psicologia criminale. La scelta di torturare e uccidere gli animali, piuttosto che cercare soluzioni pacifiche per la gestione della popolazione felina, suggerisce un comportamento antisociale e potrebbe indicare una personalità con tratti narcisistici o sadici. Inoltre, il fatto che l’indagato abbia agito con premeditazione, utilizzando una trappola e attirando i gatti con esche, dimostra un alto grado di pianificazione e una mancanza di empatia nei confronti delle vittime. Questo tipo di comportamento è spesso associato a individui che, nella loro vita quotidiana, possono manifestare difficoltà relazionali e una bassa tolleranza alla frustrazione.

La reazione della comunità e delle autorità rappresenta un aspetto cruciale nella lotta contro la violenza sugli animali. La denuncia da parte dei cittadini, unita all'intervento delle forze dell’ordine, sottolinea l'importanza della vigilanza collettiva e della sensibilizzazione riguardo ai diritti degli animali. Ma Quali sono i reati contro gli animali previsti dal nostro ordinamento giuridico?  Le leggi in vigore nel nostro paese contemplano numerosi reati al danno degli animali: uccisione, maltrattamenti, abbandono, detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura e normativa sui manifestazioni e combattimenti. Sono previsti differenti pene detentive e pecuniarie più o meno pesanti.

L'articolo 544 bis del codice penale stabilisce che chiunque, per crudeltà o senza necessità,  cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi ai due anni. L' articolo 544 ter c.p., invece, punisce con la reclusione dai tre mesi ai 18 mesi e con la multa dai 5000 ai 30.000 € chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie. Sarà ora compito dell’Autorità Giudiziaria accertare i fatti e garantire che giustizia venga fatta per le vittime di questa inaccettabile brutalità. Tuttavia, per le norme in vigore che meriterebbero una revisione, è improbabile che il pensionato Killer possa finire in carcere. 

Questa non è solo una storia di maltrattamento animale, ma un'opportunità per riflettere su temi più ampi che riguardano la nostra società, il rispetto per la vita e l'importanza di combattere la violenza in tutte le sue forme. 




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