Cronache
Migranti e asse franco-tedesco: Italia gregaria. Utile solo per il catering...
Immigrazione (e non solo): con l’asse franco-tedesco, l’Italia è fatalmente gregaria, e utile solo per… il catering (good food, good wine…)
Di Daniele Capezzone
Vado ripetendo da molti mesi (in modo quasi ossessivo-compulsivo) che il rinnovato asse franco-tedesco non porterà nulla di buono per l’Italia, vista da Parigi e Berlino essenzialmente in funzione decorativa e gregaria. Siamo considerati buoni per il catering, al massimo: good food and good wine.
Se n’è avuta un’ennesima riprova sul versante drammatico dell’immigrazione: buone parole, pacche sulle spalle (il leggendario allenatore del Tottenham degli anni ’60, Bill Nicholson, era solito dire che “una pacca sulla spalla è a pochi centimetri da un calcio in c…”), ma, alla fine della fiera, risulta chiaro che l’Italia deve fare da sé.
I rapporti di forza (non occorre essere Machiavelli per capirlo) sono la chiave della politica. E’ scontato che la Germania concepisca l’Europa come una specie di protettorato tedesco: e a maggior ragione, per consolidare la propria egemonia, punta a una diversificazione, a un’autonomizzazione rispetto alla Nato e all’anglosfera. La Francia, con i suoi conti discutibili e il suo corpaccione appesantito, è naturaliter attratta nell’orbita tedesca: si fa garantire la dignità della co-leadership, offre alcuni fiori all’occhiello (il nucleare, il seggio permanente all’Onu), ma per il resto si adegua alle direttive di Berlino.
A maggior ragione, l’Italia avrebbe dovuto e dovrebbe perseguire una diversa strategia di alleanze. Nel nostro piccolo, esattamente a questo è legata la nostra adesione alla famiglia dei Conservatori inglesi (e in particolare all’Acre – www.acreurope.eu - , cioè all’alleanza dei partiti e movimenti liberalconservatori europei). Quel che serve è un’alleanza Anglo-Sud Europa-Est Europa, che tenga insieme (dentro e sotto il grande ombrello della Nato) tutti i paesi interessati a costruire un’alternativa o almeno un contrappeso al triangolo Parigi-Berlino-Bruxelles.
In particolare sul terreno della sicurezza e della difesa, ciò è letteralmente vitale per noi. Dovremmo supplicare la Nato di fare del Mediterraneo una priorità (rispetto all’immigrazione e al rischio terrorismo). Se invece pensiamo che possa occuparsene un progetto di difesa europea sempre più sganciato dalla Nato e gestito da Germania e Francia, ci culliamo in un’ennesima pericolosa illusione….