Cronache
Incendio nella baraccopoli San Ferdinando, un morto. Salvini: "Sgombreremo"
Migranti: San Ferdinando (Reggio Calabria), trasferite 15 persone rimaste senza tetto
MIGRANTI: VIMINALE, NELLE PROSSIME ORE VIA AI PRIMI RICOLLOCAMENTI DA SAN FERDINANDO
"Nessun rallentamento" dopo la tragica scomparsa di un uomo nell'incendio di questa notte nella baraccopoli di San Ferdinando. L'intenzione - riferiscono fonti del Viminale - è eliminare l'insediamento abusivo, per evitare il ripetersi di simili tragedie e combattere degrado e illegalità. "Dalle prossime ore - spiegano le stesse fonti - partirà il piano, già messo a punto nelle ultime settimane: il primo passo prevede lo spostamento di 40 immigrati regolari in strutture d'accoglienza regionali. Già in passato erano stati messi a disposizione 133 posti in progetti Sprar, ma solo 8 immigrati avevano accettato la soluzione".
Migranti: Salvini, Sgombereremo baraccopoli San Ferdinando
"Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando. L'avevamo promesso e lo faremo, anche perche' illegalita' e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa". Ad affermarlo e' il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale - ricorda - avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalita'".
Migranti: San Ferdinando, vittima e' un 35enne senegalese
E' un 35enne senegalese l'uomo morto durate la notte nell'incendio scoppiato nella baraccopoli di San Ferdinando, nel Reggino. La vittima, i cui documenti d'identita' sono andati persi nel rogo, era conosciuto nel campo con il nome italiano Aldo Diallo con cui si faceva chiamare. Le indagini sulle cause della tragedia sono in corso da parte delle forze di polizia.
Migranti: incendio in baraccopoli San Ferdinando, un morto
Un cittadino extracomunitario e' morto nell'incendio divampato in nottata nella baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Alle ore 6:00 a San Ferdinando si terra' una riunione di coordinamento delle forze di polizia. Nella baraccopoli di San Ferdinando vivono centinaia di migranti occupati come braccianti nella raccolta degli agrumi. Nei mesi scorsi vi erano gia' stati diversi casi di incendi nelle baracche.
Migranti: San Ferdinando, tre morti in poco piu' di un anno
Sono tre le persone morte in poco piu' di un anno nella baraccopoli di San Ferdinando, il centro della piana di Gioia Tauro, dove centinaia di braccianti extracomunitari lavorano come braccianti per pochi euro all'ora. Come nel caso dell'uomo morto nell'incendio divampato poco dopo la mezzanotte, il fuoco aveva ucciso gia' due persone. Il 27 gennaio dello scorso anno a morire fu una giovane nigeriana, Becky Moses, di 26 anni. Si tratto' di un incendio doloso appiccato da un'altra donna, arrestata mesi dopo dalla Polizia, che avrebbe agito per gelosia. Il 2 dicembre scorso un altro incendio uccise un diciottenne, Surawa Jaithe, gambiano. Nella stessa baraccopoli viveva Soumaila Sacko, 29 anni, immigrato del Mali, sindacalista dell'Usb, ucciso il 2 giugno del 2018 da una fucilata a San Calogero, nel Vibonese, mentre, all'interno di una fornace in disuso, cercava lamiere da utilizzare per costruire una baracca nel campo di San Ferdinando. Diversi altri incendi divampati nel'accampamento non hanno provocato vittime. La situazione di precarieta' in cui vivono i migranti della piana di San Ferdinando ha indotto le autorita', con il coordinamento della prefettura di Reggio Calabria, a trovare soluzioni alternative. La Protezione Civile regionale ha allestito una tendopoli attrezzata in un'altra area del comune del Reggino, mentre e' stato approntato un piano che prevede la collocazione dei braciati in immobili privati, attraverso incentivi a beneficio dei proprietari
Migranti: San Ferdinando, trasferite 15 persone rimaste senza tetto
Ha provocato la morte di un migrante e la distruzione di circa 15 baracche l'incendio divampato nella notte nell'accampamento che ospita i migranti nella zona industriale di San Ferdinando, gia' teatro di altre tragedie analoghe. Sono in corso le indagini delle forze dell'ordine per accertare le modalita' dell'evento. I quindici migranti rimasti senza un tetto sono stati trasferiti nella nuova tendopoli gestita dal Comune di San Ferdinando, e grazie all'intervento immediato dei Vigili del Fuoco, il cui presidio e' all'esterno del campo, e delle Forze dell'ordine, e' stato possibile contenere ulteriori, gravi effetti. Il prefetto, Michele di Bari, ha immediatamente convocato per le 6 di questa mattina una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nella sede del Comune di San Ferdinando, con il Questore Raffaele Grassi, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Flavio Urbani, il vice comandante dell'Arma dei Carabinieri, Stefano Romano, il Sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, il rappresentante di Vigili del Fuoco, Carmelo Triolo. Nel corso dell'incontro, come riportato in un comunicato della prefettura, sono stati affrontati i vari aspetti volti a consentire il superamento della situazione di precarieta' e di pericolo per l'incolumita' delle persone e sono state disposte le necessarie attivita' per la sistemazione alloggiativa dei migranti.
Il prefetto ha richiamato l'importanza "di attuare politiche attive di integrazione ed inclusione nel tessuto socio economico della Piana di Gioia Tauro attraverso forme di accoglienza diffusa, anche ai sensi dell'art. 40 del Testo unico sull'immigrazione, cosi' come convenuto nelle riunioni - ha detto - che si sono susseguite in Prefettura. In quelle occasioni, anche la Regione Calabria ha manifestato la disponibilita' a contribuire alla soluzione del problema con strumenti che incentivino le locazioni, come la creazione di un apposito Fondo di garanzia per i proprietari che concedono un immobile in locazione, nonche' l'investimento di risorse finanziarie per l'eventuale ristrutturazione di beni confiscati o del patrimonio pubblico". In attesa dell'attuazione di quanto concordato negli incontri in Prefettura, dove, si sottolinea, "si e' delineata una strategia per realizzare l'accoglienza diffusa in tutto il territorio della Piana", e' stato approntato un piano "per trasferire, nel breve periodo e previe le necessarie verifiche di legge, i migranti".