Cronache

Migranti, procuratore Siracusa: "No legami tra ong e trafficanti". Furia Cei

Migranti: Cei, su Ong fuoco politico ipocrita e vergognoso

Migranti: procuratore Siracusa, no legami tra ong e trafficanti


"Non abbiamo alcun riscontro investigativo" di legami tra ong e trafficanti di esseri umani. Lo ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, in audizione davanti alla Commissione Difesa del Senato impegnata in un'indagine conoscitiva sul contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e l'impatto dell'attivita' delle organizzazioni non governative. "A noi come ufficio - ha spiegato Giordano - non risulta di asseriti collegamenti, obliqui o inquinanti, tra ong e trafficanti, eppure abbiamo sentito centinaia di persone in proposito. Certo, c'e' ong e ong, c'e' struttura e struttura: ci sono organizzazioni che si servono di imbarcazioni perfette, conformi ai codici di navigazione, e che hanno un atteggiamento collaborativo con la polizia giudiziaria, e organizzazioni che si servono di imbarcazioni molto meno efficienti e che hanno un atteggiamento molto meno collaborativo". "Ma questo - ha ammesso il procuratore - non lo interpretiamo come una volonta' di ostacolo alle indagini o un favoreggiamento di altri reati ma come un atteggiamento 'ideologico', coerente con chi svolge un tipo di lavoro umanitario e che di per se' e' a favore del migrante.


MIGRANTI, ONG E TRAFFICANTI: LE CONCLUSIONI DEL PROCURATORE DI SIRACUSA


"Sono andato a rileggermi tutti i verbali di fermo degli ultimi mesi e mi sono affidato alla memoria storica del mio ufficio: non abbiamo alcuna evidenza di legami tra le ong e i trafficanti di esseri umani", ha ribadito il procuratore in risposta alle domande dei commissari, "cosi' come non ci risultano collegamenti di alcun tipo con le cooperative che gestiscono i servizi di accoglienza. I transponder delle navi delle ong spenti? Non lo so, non rientra tra le nostre aree di competenza". Francesco Paolo Giordano ha ricordato come negli ultimi tre anni sia "cresciuta la percentuale di soccorsi dalle navi delle ong: era il 12,6% nel 2015, e' stata il 14,3% l'anno scorso, si e' impennata al 28,1% nei primi mesi di quest'anno. Ma questo conferma sostanzialmente una cosa nota, ovvero che l'attivita' delle navi delle ong nel Mediterraneo si e' intensificata".


Migranti: Cei, su Ong fuoco politico ipocrita e vergognoso
 

La situazione drammatica e instabile della Libia l'ha creata l'Europa e le incaute scelte europee non possono essere pagate solo da coloro che oggi sono costretti a mettersi in mare e arrivano da noi, cioe' i migranti. A dirlo e' il direttore generale della Fondazione Migrantes (Cei), monsignor Gian Carlo Perego, che questa mattina ha partecipato alla trasmissione "CoffeeBreak" su La 7. "Sempre e in ogni occasione e' giusto che la Procura e la Magistratura sia vigile e assuma conoscenze sulla situazione attuale nel Mediterraneo, perche' i migranti non siano doppiamente vittime", ha detto monsignor Perego: pero', il fuoco politico "indistintamente sulle nove Ong che operano nel Mediterraneo per salvare le vite umane - difronte alle morti che sono passate a oltre 5 mila nel 2016 rispetto alle 3 mila del 2015 - con risorse di fondazioni bancarie e di privati, della societa' civile e' stato un atto, lo ripeto, ipocrita e vergognoso. Sono troppi coloro che stiamo accogliendo? 175.000 persone se accolte in maniera diffusa negli ottomila comuni italiani, valorizzando percorsi personali di accompagnamento e di integrazione, utilizzando le risorse disponibili per un servizio nuovo e per figure - educatori, mediatori etc. - che possono essere utili per creare e favorire dialogo e inserimento sociale sul territorio credo sia un atto intelligente e di responsabilita'. Tanto piu' in un Paese che sta morendo - nel 2016 150.000 morti in piu' rispetto alle nascite - e che puo' trovare un suo futuro in percorsi di 'meticciato' - come piu' volte ha detto il cardinale Scola - come e' sempre avvenuto nella storia italiana, questa volta in maniera pacifica. E' chiaro - conclude - che anche nell'accoglienza diffusa dei migranti l'Europa deve finalmente svegliarsi dal sonno e promuoverla in tutti i e 27 paesi europei".