Cronache
Morgan ad Affari: “Allergico ai leccaculo, sono libero e credo nella poesia”
Morgan ad Affari: “In Italia piacciono gli asserviti, io non lo sono. Ecco perché vado in tv. Non sono né conformista né borghese". Dietro il nuovo programma
Morgan: “Chi mi dice che devo aderire al mondo contemporaneo mi sta chiedendo di aderire all’ignoranza”. La poesia è l’arte di costruire con le mani, Carmelo Bene ultima rockstar italiana, il consumo che ha travolto tutto. Il plus dell’essere italiani e la loro creatività. Morgan a 360 gradi ad Affaritaliani. Nell’epoca in cui tecnologia e scienza diventano Dio ecco forse l’ultimo in Italia che sa fare un discorso sulla necessità dell’uomo e il processo creativo
Modugno, Bindi, Battisti, Battiato, Presley, Bowie, Mercury, Brian Eno ci saranno nel tuo nuovo programma in onda su Rai 2, in seconda serata, dal 10 aprile. Mi sembra la realizzazione del testamento televisivo di Maurizio Costanzo, quando parlava de l’affetto della memoria...
“Costanzo citava questo disco di Modugno ‘Con l'affetto della memoria’. Anche lui aveva in mente un progetto del genere”
Sei l'artista vecchio stile. E’ faticoso esserlo oggi. I musicisti delle nuove generazioni sono molto conformisti. Più che artisti mi sembrano ‘linee di consumo’ di prodotti musicali. Ma una cosa è una linea di consumo, un’altra essere un musicista. Sbaglio?
“Sono conformisti e sono soprattutto dei borghesi. Hanno una visione industriale e imprenditoriale della musica e non hanno assolutamente idea di che cosa sia la creatività libera e libertaria”
Perché secondo te?
“Hanno perso il senso libertario del creare e hanno perso il vero senso filosofico e politico, direi etico. La loro è una musica senza etica che non ha dei dettami morali. Per quello è così lontana da un De Andrè, è lontana da Modugno da Gaber. Quanto sembrano lontani da Gaber, Jannacci? Perché avevano nelle loro canzoni un portato esistenziale e politico che non c'è. Nel comportamento di quelli di oggi si mostra che non sono in grado di avere un pensiero a proposito delle cose del mondo, a proposito dello stare al mondo. In fondo la musica, la canzone, è proprio il contenitore dentro il quale c'è il messaggio sullo stare al mondo che viene portato al mondo stesso. La musica è una banca. La musica, la canzone, è un luogo dove dentro ci sono le informazioni del mondo, di cui il mondo si nutre e ha bisogno per esistere nella sua autenticità e nella sua bellezza, per far sì che non venga distrutto dai nemici”
Ti faccio un esempio, avrai visto Sanremo?
“Sì, certo”
Suonavano i Måneskin. Eseguivano i loro pezzi, poi li ha affiancati Tom Morello, chitarrista dei ‘Rage against the machine’ ed è cambiato il mondo che vedevamo sul palco. Si è vista nettissima la differenza tra una ‘linea di consumo’ e un musicista, che possa piacere o meno il musicista, però è cambiato proprio l’approccio e la testa. Ed erano solo suoni, non c’entrano le parole dei testi...
“Allora... a parte questo, la distanza abissale che c'è tra la musica italiana e la musica che noi chiamiamo, definiamo, internazionale, io direi più anglofona, perché è la musica che riguarda il mercato anglofono dei dischi, cioè le canzoni cantate in inglese… allora... la differenza che c'è è proprio una differenza di approccio e non è di qualità, è comportamentale, non so come dire, è di atteggiamento filosofico, mentale. Cioè l’approccio ad uno strumento musicale è un approccio che mette alla prova il proprio rapporto con la vita, con le cose. Dipende se la vita la prendi in mano con intelligenza, con facilità, spontaneità, con verità o la prendi in mano con ipocrisia, con costruzione, con artificio, come se dovessi sempre fare un compitino, con paura, con pavidità, con timore. Quindi prendere in mano uno strumento e avere un suono dipende appunto esattamente da questo. E’ la stessa cosa di come ci si sveglia e come ci si relaziona al mondo, alle cose, alla vita. In questo momento gli italiani sono incapaci di spontaneità, sono incapaci di verità”.