Cronache

Morgan ad Affari: “Allergico ai leccaculo, sono libero e credo nella poesia”

di Antonio Amorosi

Morgan ad Affari: “In Italia piacciono gli asserviti, io non lo sono. Ecco perché vado in tv. Non sono né conformista né borghese". Dietro il nuovo programma

Tu dici ‘la verità non possiamo raggiungerla ma la bellezza possiamo provare a realizzarla attraverso la poesia’, con la creatività...

“Noi dovremmo emergere dal grigiore...”

Ma vedere i rapper italiani alternativo-trasgressivi che poi fanno la pubblicità di McDonald o di qualsiasi altro prodotto fa un po' ridere o no? Dov’è la ricerca sull’autenticità?

“L'autenticità è la cosa più bella ed è la cosa che tra l'altro la gente vuole. Gli italiani hanno questa doppia natura, da una parte vogliono l'espressività e la creatività, l’intelligenza, la gioia che c'è nello slancio creativo e la bellezza che c'è nella fantasia applicata. Se gli fai vedere un mondo che è la manifestazione proprio della fantasia, quella che può essere una città ben illuminata, con i colori, con le insegne dei negozi che sono interessanti, dove dietro c’è un gusto, ci sono idee geniali, invece di avere la tristezza grigia di certe situazioni, dove salta proprio all'occhio la differenza tra una vita creativa e una vita spenta, una vita grigia, la cercano. Ecco, oggi gli italiani non sono più in grado di avere questo slancio creativo ed è particolarmente pesante la situazione che si respira in Italia dopo il Covid che è stato un evento preso al balzo da molti burocrati, per ingrigire il Paese come mentalità. Si possono disegnare due categorie in modo macroscopico: da una parte ci sono i creativi, dall'altra i burocrati; da una parte gli uomini liberi, dall’altra i sistematici, dei druidi direi. Sono delle macchine che eseguono, che vanno bene per fare dei compiti da eseguire”

Che fine fanno le idee originali in Italia?

“C'è questa duplice anima ed è paradossale perché l’Italia dovrebbe essere la patria della creatività, del gusto! Lo è di fatto storicamente e nel mondo, ma oggi è uno dei luoghi meno creativi che ci sia che non ha slancio, dove la fantasia è repressa e la libertà d’espressione manca completamente. E non è tanto una questione del mondo della musica, è proprio un fatto umano, è un fatto esistenziale. In Italia non si può essere tanto originali perché le idee non sono di moda, le idee non piacciono, piacciono invece quelli asserviti…”

Ma che c'entra la televisione, che è tutt'altro che è un ente che cerca di raggiungere la bellezza, con il lavoro che fai tu, il musicista?

“Guarda, in TV ci sono capitato per caso tanti anni fa per fare musica, con MTV, la tv musicale, poi con Match Music. I videoclip sono stati la rivoluzione di quegli anni, canali che mandavano solo musica. Per noi ragazzini la televisione aveva assunto questo significato. Poi ho fatto esperienze come quella con Andrea Pezzi, molto belle, libere, autentiche, creative, simpatiche, e siamo nati così, facendo della televisione una cosa musicale. 10 anni più tardi mi hanno chiamato per essere la figura di riferimento per sviluppare questo nuovo programma, XFactor in Italia. D’altronde è la mia specificità: il racconto musicale in televisione. Altra cosa è la tv generalista dove sono il meno indicato a...”