Cronache
Morta per una diagnosi sbagliata: 1 mln alla famiglia della 40enne. Il tumore non era benigno
I giudici hanno condannato l'Asl al maxi risarcimento. I medici avevano confuso un tumore maligno con uno benigno
Sanità, Asl condannata: 1mln alla famiglia della 40enne morta. Diagnosi sbagliata
Una sentenza del Tribunale di Firenze è destinata a fare giurisprudenza, per la morte di una paziente di 40 anni malata di cancro l'Asl Toscana è stata condannata a un maxi risarcimento alla famiglia: 950mila € più interessi. Il motivo? Avevano sbagliato la diagnosi, un tumore maligno era stato scambiato per benigno. Il fatto - riporta Il Corriere della Sera - risale al 2014 quando la donna di Empoli va in visita in un ambulatorio specialistico dell’Asl nella vicina Fucecchio per un piccolo nodulo al seno. Il medico dopo averla visitata le fa l’agoaspirato, inviando il campione al laboratorio per farlo analizzare. E proprio qui, stando al resoconto processuale, qualcosa non funziona.
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Così l’oncologo - prosegue Il Corriere - dimette la donna tranquillizzandola sulla natura benigna del nodulo. Ma la realtà è ben diversa. Dopo 15 mesi la donna si aggrava e solo allora i medici dello stesso ambulatorio si rendono conto che il tumore è di origine maligna e che nel frattempo si è sviluppato con metastasi. La paziente inizia comunque le cure del caso, ma è troppo tardi. È lei stessa a far partire la causa contro l’ambulatorio dell’Asl per chiedere il risarcimento dei danni, perché è evidente che qualcosa è andato storto. Ma muore a 40 anni, a processo in corso. "L’errore medico, a seguito di una diagnosi citologica sbagliata, - riporta la sentenza - ha comportato una riduzione della probabilità di sopravvivenza della signora di oltre il 70%, ed ha perciò inciso in maniera ragguardevole sul bene vita, ponendosi in diretta correlazione causale con la morte".