Cronache

Morte Purgatori, la verità sulle clamorose cause del decesso. Novità

di Redazione

Andrea Purgatori, diagnosi sbagliata?

Una vicenda che si consuma in tre mesi. Stando a quanto messo nero su bianco dai familiari, assistiti dagli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, il 24 aprile il conduttore di Atlantide si è recato in una clinica privata per effettuare controlli alla luce di uno stato di spossatezza. Gli esami strumentali restituiscono però parametri sballati e viene effettuata anche una biopsia. La parola quindi passa ad una altra struttura specializzata da cui arriva però, e siamo ad inizio maggio, la drammatica diagnosi: una forma tumorale diffusa in varie zone del corpo, ai polmoni e al cervello.

A comunicarlo è uno dei due medici finiti poi nel registro degli indagati. Viene quindi immediatamente disposta una massiccia radioterapia che il giornalista effettua in una terza clinica. Le condizioni restano stabili fino a metà maggio, Purgatori continua a lavorare tanto da registrare una puntata del programma Atlantide, poi però il quadro comincia a peggiorare. Dagli esami a cui si sottopone arrivano elementi incoraggianti ma Purgatori continua a stare male, a peggiorare.

A giugno si sottopone ad una tac nella prima clinica in cui si era recato ad aprile. Il referto, sempre secondo quanto riferiscono i familiari nella denuncia, è inaspettato: nessuna traccia di metastasi al cervello, solo tracce di ischemie cerebrali. Un quadro confermato anche da un'ulteriore risonanza effettuata in altra struttura. Le condizioni dell'ex giornalista del Corriere della Sera continuano, però, a precipitare. Viene ricoverato in uno dei policlinici della Capitale. Lì ai familiari viene confermata la prima diagnosi. A comunicarlo, secondo quanto riferito dai familiari, è uno dei firmatari del referto emesso ad inizio maggio con la prima drammatica diagnosi. Pochi giorni dopo Purgatori è morto.