Cronache
Morto di Covid il giornalista Michele Fusco. Aveva 66 anni

L'uomo è morto per complicanze legate al Covid
Si è spento a Roma a causa delle complicanze legate al Covid il giornalista Michele Fusco. Uomo colto ed elegante, Fusco era nato a Milano nel 1954 e dopo una lunga permanenza al quotidiano 'Il Giorno', prima come giornalista sportivo (milanista, diresse anche l'ufficio stampa del Milan negli anni '80) e poi come cronista parlamentare, si è occupato di tv, di radio, ed è stato tra i fondatori de Linkiesta.
La notizia della sua morte l'hanno diffusa i colleghi de 'Gli Stati Generali', con un ricordo pubblicato sul quotidiano online con il quale collaborava: "Quando poi se ne va un compagno di viaggio speciale, un collega sensibile e insieme sfacciato, un giornalista originale e profondo come Michele Fusco , il nostro Michele, la tentazione di arrendersi al silenzio è grande - scrivono - Eppure, lo sappiamo, proprio Michele non vorrebbe questa resa, perché al dovere di dire quel che si sa, quel che si pensa, ci ha richiamato molte volte, anche e anzitutto con l'esempio professionale". Tantissimi i messaggi di cordoglio di amici e colleghi che si uniscono al dolore della moglie, Eugenia Nante, giornalista di 'Fuori Tg'.
Tra questi Mario Calabresi che lo ricorda con un lungo post su facebook: "Arrivavo al bar e Michele era sempre nella stessa posizione: davanti alla vetrina con un giornale aperto sulla bicicletta. Girava solo leggermente la testa, mi guardava di traverso e diceva: 'Ehi Marietto…', poi completava la frase con un elemento di attualità. Stamattina avrebbe detto qualcosa come '… mi spiace dirti che Conte ce lo siamo giocato, succede sempre quando si scambia la matematica con la politica'. Con una frase dava sempre il senso della giornata". Anche lo scrittore Fulvio Abbate sul social lo ricorda commosso: "Ciao, Michele. Ti voglio bene. Non avremmo mai voluto che se ne andasse, mai. Ci lascia soli con i ruffiani, con gli arrivisti, con chi ignori il dono della parola pura, perfetta, in grado di esistere oltre il guadagno e la perdita. Michele era libertà, era eleganza".