Cronache
Olio d'oliva, in 25 anni consumi aumentati del 73%
Di Eduardo Cagnazzi
In una sola generazione raddoppiano i consumi mondiali di olio di oliva e negli ultimi 25 anni segnano un balzo del 73%; un andamento positivo che ha cambiato la dieta dei cittadini in molti Paesi, dal Giappone al Brasile, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna alla Germania. E' quanto emerge da un'analisi di Coldiretti in occasione della presentazione del primo rapporto "Olio extra vergine di oliva italiano e consumatore mondiale" realizzato da Unaprol/Ixe. Secondo Coldiretti, nel 2015 sono stati consumati complessivamente 2,99 miliardi di chili di olio di oliva con la vetta della classifica conquistata dall'Italia e dalla Spagna rispettivamente con 581 e 490 milioni di chili.
Sul podio salgono a sorpresa anche gli Stati Uniti con un consumo di ben 308 milioni di chili e un aumento record del 250% negli ultimi 25 anni. Per Coldiretti, però, la crescita dei consumi è avvenuta in modo vorticoso e nell'ambito di una generazione: Così è stato per il Giappone, dove l'incremento ha registrato l'anno scorso il 1400% per un consumo di 60 milioni di chili mentre in Gran Bretagna la crescita è balzata del 763% con 59 milioni di chili. La Germania, invece, con un incremento del 465%, raggiunge i 58 milioni di chili. Una rivoluzione nella dieta si è verificata anche in Paesi come il Brasile in cui l'aumento è stato del 393% per un totale di 66,5 milioni di chili, Russia con un aumento del 320% e Francia che con un incremento del 268% ha superato i 103 milioni di chili.
E' invece profondamente diversa la situazione nei Paesi tradizionalmente produttori come l'Italia dove nel corso degli ultimi 25 anni i consumi sono rimasti pressochè stabili (+8%). E se la Spagna registra un aumento del 24%, in Grecia si verifica addirittura un calo del 27%. A sostenere la domanda mondiale, secondo Coldiretti, sono gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva, provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel crescente segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione. Una opportunità anche per l'Italia che ha esportato 320 milioni di chili di olio di oliva nel mondo, dei quali quasi 100 milioni diretti proprio negli Stati Uniti. Tuttavia le esportazioni dell'olio di oliva italiano sono calate in quantità del 16% rispetto all'anno precedente anche per effetto, precisa l'organismo degli agricoltori, della consistente flessione negli Usa che sono il principale mercato di sbocco extracomunitario.
Un segnale preoccupante in un anno in cui è venuta forte la richiesta di trasparenza sulla reale origine dell'olio contenuto nelle bottiglie vendute come italiane, tanto che il 99% dei consumatori stranieri ritiene una frode la vendita di un olio extravergine d'oliva come italiano se fatto con olive provenienti da altri Paesi, secondo l'indagine Unaprol/Ixe'. "Per cogliere le opportunità che si aprono per il prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea bisogna stringere le maglie della legislazione con l'attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio, la 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata", afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, che sottolinea come "la credibilità sia il fattore di successo sui mercati internazionali, dove si affacciano nuovi ed agguerriti concorrenti che vanno affrontati anche con un rinnovato impegno sul piano della sostenibilità ambientale, sociale ed economica". Secondo l'indagine, l'Italia puo' contare su un patrimonio di 250 milioni di ulivi ed è l'unico Paese con 533 varietà di olive e 43 oli tutelati dall'Unione Europea. Mentre il fatturato dell'olio d'oliva sale a 3 miliardi di euro, un valore record realizzato per oltre il 50% grazie alle esportazioni.