Cronache
Omicidi efferati, chiacchiericcio e sceneggiate: così il teatro della vita trasforma i carnefici in eroi e l'esistenza in gossip
Il teatro della vita è diventato così invadente da chiudere il sipario dei teatri veri e propri: quelli dei drammaturghi...
Omicidi efferati, gossip e sceneggiate: il vero teatro è quello della vita? Commento
Nel 1635 Calderón de la Barca scriveva il Gran teatro del mondo, mettendo in scena il teatro dell’esistenza. Ancora meglio aveva fatto poco prima William Shakespeare nel suo Globe theatre volendo nello stesso rappresentare (riuscendoci come mai nessun altro) ogni possibile sentimento attraverso azioni umane esemplari.
Nella società contemporanea l’eccesso di tecnologia ha invece permesso di mettere potenzialmente in piazza momenti particolari di ogni singolo soggetto. Ed ecco che ogni giorno assistiamo a scene “esilaranti” mostrate in tempo reale sulla piattaforma per video quale YouTube o i social vari (che stanno in realtà distruggendo la genuina socializzazione…).
Capita così di entrare nelle vicende amorose di personaggi televisivi pubblici come ad esempio Belén Rodríguez, Rocco Siffredi, Chiara Ferragni, Fabrizio Corona… o del web, i cosiddetti influencer, spesso strapagati per mostrare poco più che la miseria del mondo, attraverso la loro insipienza e banalità, e che addirittura ho notato vengono invitati in programmi televisivi o radiofonici che si presupporrebbe abbiano un certo stile ed una certa etica professionale. Il gossip, dunque, recita ancora una parte importante poiché l’essere umano si lascia trasportare con facilità dal voyeurismo e da pruriginose pulsioni in genere. La cronaca nera, poi, finisce a volte, paradossalmente, per trasformare i carnefici in “eroi”, e non sono rari i casi in cui, a dispetto di una certa, palese (seppur, spesso, non comprovata fino in fondo) colpevolezza, si chiede al nuovo “personaggio” di dare forma ad un discutibile “best seller” con il quale fare soldi e, perché no, magari accusare il mondo e la giustizia di essere stati ingenerosi con la propria persona…
Fu dichiarata innocente (e quindi è senz’altro tale) Amanda Knox e dunque… pace! ma forse avrei evitato di trasformarla in una specie di “protagonista” dei tempi, credo ben retribuita, considerando anche diverse calunnie (provate!) e non di poco conto ai danni di terzi…
Ogni giorno leggo di Sabrina Misseri e di Cosima Serrano le quali cercano in tutti i modi di uscire di prigione. In merito direi semplicemente, anche a loro tutela, che forse sarebbe il caso di lasciar lavorare gli avvocati e di accendere eventualmente i riflettori su di loro (così come su ogni altro) solo nell’ipotetico e auspicabile caso in cui un giorno si dovesse provare la loro innocenza... Nel mentre, sarebbe meglio permettere alle stesse persone di pagare in serenità (per quanto possibile) i loro crimini, così come la legge ha stabilito.
Il teatro della vita è diventato così invadente da chiudere il sipario dei teatri veri e propri: quelli dei drammaturghi. Nei teatri reali, che ancora resistono, mi imbatto a volte con gran piacere in raffinate rappresentazioni contemporanee che si oppongono ai non pochi testi insignificanti, come gli orrendi e continui rimaneggiamenti del grande teatro del passato, i quali contribuiscono al parziale degrado di una pur così nobile arte.
Nel mio percorso di drammaturgo ho pubblicato 5 drammi: Donna Giovanna, l’ingannatrice di Salerno (2015); Il Gorilla (2015); Il Dottor Faust (2018); La solitudine dei miti (2021); Disamore (2024). Il primo, che è stato riconosciuto come innovativo della mitica figura del Don Giovanni, segnando un’inversione dal maschile eterosessuale al femminile bisessuale, ha avuto una discreta fortuna critica, oggetto anche di tesi Magistrale presso l’Università degli Studi di Palermo. Eppure, ahimè, mai trovo i miei personaggi su TikTok o affini (sebbene gli stessi mi hanno detto che a loro, attori nati, tutto ciò non dispiacerebbe… al contrario del loro autore il quale ha sempre – per così dire – preferito provare ad essere invece di apparire…).
Concludendo, mi piace affermare che a mio parere tutti i buoni personaggi “messi al mondo” attraverso l’arte della scrittura, hanno solitamente molto più da dire di tanti personaggi “reali” che si dibattono nel teatro della vita senza quasi mai innescare fatti o sentimenti che possano anche ergersi a fatti e sentimenti universali, dunque da esempio per il mondo (nel bene o nel male). Questa elevazione appartiene non a caso da sempre all’Arte tout court…
Auspicabile, infine, è che almeno ogni tanto i media capiscano di dover anche “fare scuola” in questo tipo di società allo sbando e senza grandi Maestri, e non solo ossessionarsi nel nome di una maggiore diffusione che l’eclatante determina, poiché in verità tutto ciò che è esclusivamente eclatante finirà, presto o tardi, per declassarci tutti, lasciandoci muti come spettatori delusi da un misero teatro senza acuti né acume.