Cronache

Sanità, il governo pronto a svendere gli ospedali del Centro-Sud a due multinazionali americane. Il dossier esclusivo

di Franco Pasqualetti

Il sindacato UAP: "Col nomenclatore delle tariffe, falliranno le aziende sanitarie. Operazione piranha per svendere le nostre eccellenze"

Sanità, un dossier riservato in cui un importante gruppo assicurativo europeo e due multinazionali americane sarebbero pronte a rilevare gli ospedali del centrosud Italia: i dettagli e i retroscena dell'operazione

La Sanità pubblica del centro sud Italia fa gola alle multinazionali. Bilanci in rosso delle aziende sanitarie, spese commissariate e il nuovo nomenclatore sulle prestazioni rischiano di mandare in fallimento ospedali e centri convenzionati col sistema sanitario nazionale. Un piatto che vale miliardi di euro e che fa gola a gruppi di investimento internazionali pronti a rilevare la gestione. Detto così sembra poco, in realtà è una rivoluzione senza precedenti che potrebbe vedere a breve giro la sanità pubblica diventare paraprivata.

Il grimaldello per sfondare questa porta blindata è proprio quello legato ai rimborsi delle prestazioni. Un taglio medio sui rimborsi delle prestazioni mediche pari al 40% che rischia di mandare in default i conti di ospedali e strutture convenzionate. E dire che il tariffario era fermo a 26 anni fa e nessuno avrebbe mai pensato a un taglio drastico, sperando piuttosto in un ritocco verso l'alto (visti i costi gestionali e i rincari subiti nel corso degli anni nel settore sanitario). Dopo circa un anno di trattative le parti sono ancora distantissime e per questo sono pronte a sostenere la Sanità nazionale dei gruppi imprenditoriali pronti a rilevare bilanci e strutture dalla Toscana in giù.

A lanciare questo allarme sono in primis i sindacati che hanno "fiutato" qualcosa di poco lineare in questa operazione portata avanti dal Ministero della Sanità. "Sono in atto una serie operazioni "piranha" delle multinazionali estere, tra le quali anche quelle americane, che stanno acquistando in blocco le strutture sanitarie italiane - tuona la presidente dell'UAP, Maria Stella Giorlandino - ed è evidente che tale intento è il frutto di un programma che parte da molto lontano, quando alcune strutture sanitarie accreditate di laboratorio, sono state obbligate, per rimanere indipendenti, a eseguire almeno 200.000 prestazioni con budget regionale annuale fisso e non estendibile. Tale vincolo le ha di fatto snaturate e obbligate o a entrare a far parte di reti laboratoristiche o, come è accaduto poi di fatto, a cederle alle multinazionali. In questo modo le nostre eccellenze sanitarie saranno svendute".

E ancora: "Negli ultimi 15 anni il mercato degli operatori privati accreditati con il SSN si è completamente trasformato - fanno sapere dall'UAP - passando da imprese a gestione familiare con un contatto diretto con i pazienti, a imprese gestite dalle multinazionali controllate da fondi e/soci anonimi esteri non identificabili che acquisiscono di fatto società con crediti provenienti dalle casse dello stato senza alcuna verifica da parte di alcun organo di controllo. Senza considerare che le strutture nazionali sono in possesso degli oltre 420 requisiti richiesti dal D.Lgs. n. 502/1992, erogando servizi di qualità, a norma e dotate di personale di grandissima professionalità. Preoccupa la tendenza di questo Governo a far acquisire spezzoni della sanità italiana da multinazionali estere, che entrano nel nostro Paese senza nessun controllo, anziché dare alle nostre aziende la possibilità di crescere, rischiando di fatto di creare dei veri e proprio oligopoli".

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