Paolo Bonolis fa lo show da Renzi sulla povertà
Bonolis ironizza sulla lotta alla povertà del governo
Paolo Bonolis ieri alla Leopolda a Firenze - che ancora si tiene nonostante i tempi mosci per il Pd-ha preso in giro la coppia governativa Salvini - Di Maio paragonandola a quella composta da Totò e Peppino oppure a Franco e Ciccio o a Boldi e De Sica, facendo ironia, tra le altre cose, sull’impegno del governo nella lotta contro la povertà “per decreto”.
Dice Bonolis dal palco: “…perché per decreto la povertà non esiste più”.
Ma Bonolis forse pensa che la maschera dell’ironia lo salvi dalle sue contraddizioni? Certo lui è la persona meno indicata per parlare di povertà.
Lui che è un presentatore strapagato e la cui moglie, Sonia Bruganelli, non perde occasione per ostentare la loro ricchezza, valgano per tutti le foto postate su Instagram del jet privato con cui la coppia si sposta e che scatenarono l’ironia (e le ire) sul Web.
“Seguitemi, criticatemi, fate quello che vi pare: a me su un aereo di linea non mi vedrete più», disse la signora Bonolis in una intervista a Vanity Fair:
https://www.vanityfair.it/people/italia/2018/09/03/aerei-moglie-bonolis
Molto nota è anche la provocazione che la signora Bonolis fece con la sua collezione di borse costosissime griffate:
Poi il marito alla Leopolda fa ironia sul governo e sulla misura sul reddito di cittadinanza per milioni di persone che non ce la fanno ad andare avanti e certo vedono col binocolo non solo il jet privato, ma pure un semplice volo charter.
Queste uscite fanno capire come è ridotta l’Italia e spiegano poi molto della rabbia sociale che si scatena sui social a sentire discorsi così provocatori.
Mossa quindi poco astuta sia del presentatore che di Matteo Renzi che se pensava di recuperare consensi con comparsate come questa non fa altro che ottenere l’effetto contrario e portare voti e gradimenti proprio al governo giallo-verde che, almeno, a combattere la povertà ci prova.
Sono proprio atteggiamenti come quelli tenuti da Bonolis e Renzi infatti ad aver determinato la vittoria mondiale del cosiddetto populismo contro i ricconi radical chic che predicano bene e razzolano male.
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