Cronache
Papa, il populismo bianco di Bergoglio. Così Francesco rispolvera Peron
Papa Bergoglio e Juan Domingo Peron
Un aspetto che finora non è stato mai messo a fuoco di Papa Bergoglio -e lo chiamo volutamente così e non Francesco- è la sua origine argentina, il suo provenire da un Paese ai “confini del mondo”, come ebbe lui stesso a presentarsi alla sua incoronazione sul soglio petrino.
Bergoglio è un argentino di origine italiana, la sua famiglia era piemontese e presenta indubbiamente caratteristiche emotivo-ideologiche di quel movimento, il peronismo, che proprio in Argentina ebbe origine. Premessa necessaria: pare che anche Peron, con il cognome Peroni (la storia di Giovanni Piras, immigrato italiano pare poco credibile), fosse di origini italiane, sarde o venete.
Juan Domingo Perón e il suo Partito Unico della Rivoluzione, che lo portano a governare l’Argentina dal 1946 al 1954 e poi dal 1973 al 1974, è il paragone più appropriato per decifrare l’azione di Papa Bergoglio. Perón trasse dall’inconscio del suo popolo il “giustizialismo”, un amalgama ambigua di elementi di destra e di sinistra, centrata sul concetto di “popolo” che portò, inevitabilmente, ad azioni contradditorie e non facilmente catalogabili nella tassonomia politica corrente, guarda caso proprio quello che ha caratterizzato l’attuale pontificato.
Bergoglio parla bene dei figli gay in Irlanda e subito dopo si contraddice in aereo dicendo che per loro occorre lo psichiatra; Bergoglio parla di Concilio Vaticano II, ma subito dopo mostra il suo spirito conservatore dicendo che menerebbe chi insulta la sua mamma turandogli un pugno!
Oppure parla dei miracoli dei Papa santi e poi cerca di bloccare il culto a Medjugorje.
Insomma quale è la vera posizione di Papa Bergoglio? È un conservatore o un progressista? Bergoglio è semplicemente un peronista che fiuta il vento ed entra in sintonia totale con il suo popolo di fedeli. Bergoglio fa del “populismo bianco” la sua forza. La sua legittimazione, proprio come il militare argentino, deriva dal suo rapporto totale e totalizzante con la “gente”.
Non ha un programma preciso: tutto avviene generato e prodotto in una sorta di confusione creativa che manda in panico la sua Curia, abituata al tradizionalismo di Papa Benedetto XVI, peraltro tedesco.
Bergoglio è emotivo, estemporaneo, creativo, casinista, contradditorio, imprevedibile, indeciso, amoroso, carico di risentimento, amico di Marco Pannella a sua volta nemico dei Papi…Bergoglio è tutto questo è il contrario di questo. Bergoglio è un peronista “a sua insaputa”?
Chi lo sa.
Sta di fatto che questa è l’unica chiave interpretativa del suo particolarissimo pontificato.