Papa Francesco fa il progressista ma è un peronista populista
Papa Francesco e il pistolotto anti-populista ai diplomatici
Papa Francesco non perde un’omelia per parlare male del populismo che sarebbe, a suo dire, causa di tutto quello che non va nell’universo.
E poteva perdere l’occasione al tradizionale discorso al corpo diplomatico accreditato in Vaticano?
Ovviamente no.
E quindi, qualche giorno fa, ha ripreso la solfa anti populista condita però -questa volta- con un attacco contro il “nazionalismo” particolarmente fuori luogo per l’occasione che vedeva riuniti appunto gli attoniti diplomatici di tutto il mondo che sono lì proprio perché nazionalisti, nel senso che servono il loro Paese.
Il Papa ha poi addirittura fatto riferimento ad un precedente storico e cioè il fallimento della Società delle Nazioni, fallita a causa, guarda un po’, del populismo nazionalista.
Quello che dà fastidio di questi pistolotti papali non è tanto l’argomento, se ne dicono tante, ma il pulpito (per restare in tema) di provenienza dei pistolotti stessi.
Papa Francesco, ormai si è scoperto, è stato (e probabilmente è ancora) un “peronista centrista” e cioè ha fatto parte più o meno ufficialmente del partito fondato in Argentina da Juan Domingo Perón basato proprio su populismo e nazionalismo.
Anche alcune frequentazioni e contatti successivi con il Papa gesuita con il generale dittatore Jorge Rafael Videla non sono stati dei più edificanti per il Santo Padre.
Naturalmente, alla sua elezione questi fatti vennero fuori anche in relazione al rapimento di due sacerdoti gesuiti (quindi confratelli) argentini, Orlando Virgilio Yorio e Francisco Jalics, che si occupavano di poveri a Buenos Aires e che contestavano l’allora alto prelato Bergoglio per la sua “politica” poco attenta proprio ai poveri e agli ultimi del mondo, in questo caso proprio ai suoi connazionali argentini.
Naturalmente i media ne parlarono un po’ poi fu messo tutto a tacere per convenienza e per opportunità, volendo vendere l’icona di Papa progressista che non è affatto quella reale.
Oltretutto, il fatto che un Papa globe -trotter come lui non vada proprio in Argentina la dice lunga su quanto tema che il suo passato nazionalista e, appunto, populista riemerga e lo sommerga.
Inoltre, il Papa progressista è molto amico di Juan Gabrois, un movimentista populista peronista argentino a sua volta nemico dichiarato del Presidente Mauricio Macrì che ha infatti battuto il candidato peronista Juan Gabrois, al primo ballottaggio.
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