Cronache
Peste suina, allarme in Italia: abbattimenti nelle province di Milano, Novara e Pavia
In tutto sono otto le regioni colpite dall'epidemia. Secondo i veterinari, la colpa è della politica: mala gestione dell'emergenza da parte di commissari e ministri
Peste suina in Italia, otto regioni colpite in tutto. In Lombardia sono previsti abbattimenti in provincia di Milano, Novara e Pavia
I veterinari di tutta Italia sono preoccupati per la peste suina. Stando al report scritto da un gruppo di esperti della Commissione Europea EU-VET (Veterinary Emergency Team) e pubblicato il 22 luglio 2024, emerge che la peste suina africana ha già colpito 8 regioni della penisola, ovvero: Piemonte, Liguria, Lazio, Calabria, Campania, Sardegna, Lombardia e Toscana. Nei giorni scorsi, in quest'ultima regione, è stata ritrovata una carcassa di un cinghiale. In Lombardia, invece, la peste suina c'è da più tempo e in totale sono già stati abbattuti circa 40mila animali per cercare di fermare l'espansione dell'epidemia.
Secondo la maggior parte dei veterinari questa situazione al limite è frutto degli errori della politica dei commissari e dei tre ministeri che hanno gestito male l'emergenza della peste suina africana in Italia. Ieri, mercoledì 31 luglio, era l'ultimo giorno in carica di Vincenzo Caputo, commissario straordinario della struttura per l’attuazione del Piano nazionale di eradicazione della peste suina africana, che ha presentato le dimissioni. Oggi, giovedì 1 agosto, il posto è rimasto scoperto.
La situazione in Lombardia
La Lombardia è una delle regioni contaminate dalla peste suina. In un allevamento di Besate, nella città metropolitana di Milano, saranno abbattuti 600 maiali e 200 scrofe. Situazione analoga in un'azienda agricola in provincia di Novara. A Gambolò (Pavia), invece, è emerso oggi che l’ATS locale ha chiuso un altro allevamento colpito dall’epidemia composto di 700 animali, di cui 200 riproduttori. Anche a Mortara, sempre in provincia di Pavia, sembra coinvolto un allevamento di maiali con 10mila animali, di cui 3.000 scrofe. La cosa peggiore è che nei giorni scorsi, diversi suinetti provenienti da alcuni di questi allevamenti, sembrano essere stati consegnati ad altre fattorie. Adesso c’è la seria possibilità che il virus sia stato trasferito.