Cronache

Plastica nei laghi Maggiore e d’Orta, i dati di Goletta dei Laghi

Goletta dei Laghi, plastica nei laghi Maggiore e d’Orta. 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia, il 75% è plastica

Il problema del marine litter, e in particolare l'invasione della plastica, non riguarda soltanto i mari e gli oceani, ma anche fiumi e laghi. E se per altri paesi gli studi su questi ambienti erano già stati condotti, per l’Italia la prima volta è stata quella della Goletta dei Laghi che tre anni fa, assieme ad Enea ha allargato il proprio fronte di indagine anche alle microplastiche, ossia le particelle di plastica con dimensione inferiore ai 5 millimetri, nelle acque interne. Quest’anno, sono state aggiunte ricerche sui rifiuti di grandi dimensioni presenti nell’ambiente di spiaggia e, come sul mare, il problema è presente anche sulle sponde lacustri. Lo dimostra la prima indagine svolta da Legambiente, su protocollo Enea, che ha monitorato 20 arenili ubicati nei laghi Iseo, Maggiore, Como, Garda e Trasimeno dove sono stati trovati una media di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato di spiaggia, per un totale di 2183 rifiuti censiti. Anche in questo caso plastica si conferma la regina indiscussa tra i materiali più trovati, con un percentuale del 75,5%. Rifiuti che possono frammentarsi così in milioni di particelle e provocare danni alla biodiversità: e, come dimostrano i dati già raccolti da Legambiente ed Enea, la cui indagine è proseguita anche quest’anno, i laghi non sono esenti dal problema delle microplastiche, un inquinamento di difficile quantificazione e impossibile da rimuovere totalmente.

La fotografia è stata scattata in occasione della chiusura dalla tredicesima edizione di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata allo stato di salute dei bacini lacustri e realizzata in collaborazione con il CONOU – Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont, che fa il punto sulle principali criticità che minacciano i nostri laghi e i loro ecosistemi: gli scarichi non depurati e inquinanti, i rifiuti in acqua, la perdita di biodiversità, la cementificazione delle coste legale e illegale, la captazione delle acque, l’incuria e gli scempi ai danni dell’intero sistema territoriale lacustre. Un viaggio quello di Goletta dei Laghi 2018 che ha toccato ad inizio luglio anche la sponda piemontese del Lago Maggiore e il Lago d’Orta e che ha visto impegnati i tecnici in un monitoraggio scientifico, ma anche in una serie di attività che hanno coinvolto i cittadini e le comunità territoriali. Tra queste una tavola rotonda a San Maurizio d’Opaglio dal titolo Industria, turismo ed ecosistema lacustre. La ricerca continua dell’equilibrio. Iniziativa a cui sono intervenuti numerosi rappresentanti delle istituzioni locali e del distretto produttivo della rubinetteria e dell’economia del turismo, organizzata proprio nei giorni in cui sul Lago d’Orta si verificava l’ennesimo grave sversamento di residui di lavorazione di cromatura e soda caustica.

I dati sui rifiuti - Dopo la plastica tra i materiali più trovati dalla Goletta dei Laghi c’è il vetro/ceramica (10,3%), seguito da metallo (4,7%) e carta/cartone (4,1%). Sul podio dei rifiuti più trovati ci sono, invece, i mozziconi di sigaretta, al primo posto con una percentuale del 29,4%; a seguire i frammenti di plastica, ovvero i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di disgregazione; a seguire bottiglie (e pezzi) di vetro (7,4%); sacchetti di patatine e dolciumi (5,6%); bastoncini per la pulizia delle orecchie (3,5%); frammenti di carta (3,34%).

La cattiva gestione dei rifiuti urbani resta la causa principale della presenza dei rifiuti sulle sponde dei laghi monitorati (il 63% degli oggetti è riconducibile ad essa). Questa categoria di rifiuto è rappresentato per lo più da imballaggi alimentari (sacchetti di dolciumi e bottiglie, ad esempio), in primis, e da rifiuti da fumo, principalmente mozziconi di sigaretta ma anche accendini, pacchetti di sigarette e imballaggi dei pacchetti. La carenza dei sistemi depurativi, unita con la pessima abitudine di usare il wc e gli scarichi domestici come una pattumiera, è causa della presenza del 5,4% dei rifiuti presenti.

L’indagine sulle microplastiche - L’attenzione ai rifiuti di grandi dimensioni è fondamentale, perché questi sono i principali precursori delle microplastiche e di cui Legambiente, in collaborazione con Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha accertato la presenza nell’ecosistema lacustre. Per il terzo anno consecutivo infatti, Legambiente ha continuato il monitoraggio sulla presenza di microplastiche nei laghi. I laghi monitorati sono stati quello di Iseo, Garda, Como, Maggiore, d'Orta, Cavazzo, Trasimeno, Bracciano, Paola, per un totale di circa 80 ore di campionamento complessivo e 40 chilometri percorsi dalla manta, la rete utilizzata per i vari campionamenti. Quest’anno, inoltre, per ampliare gli indicatori dell’indagine sulla presenza delle microplastiche nei laghi italiani, i tecnici della Goletta dei Laghi hanno campionato le spiagge dei bacini toccati dalla campagna, secondo una procedura messa a punto grazie alla collaborazione con Enea. Oltre ai campionamenti condotti a centro lago, la metodologia del lavoro d’indagine sulla presenza di microplastiche ha riguardato anche i principali immissari ed emissari, così da ottenere ulteriori informazioni sulle caratteristiche del fenomeno.

Legambiente ricorda a tal proposito che nelle scorse indagini sono state trovate microplastiche in tutti i bacini esaminati, nonostante le loro diversità morfologiche ed ecosistemiche. Lo scorso anno i laghi di Como e il Maggiore furono quelli in cui fu trovata la maggiore densità media di microplastiche al chilometro quadrato: rispettivamente 157mila e 123mila particelle.

“Il nostro studio, il primo a livello nazionale, dimostra che il problema del marine litter non riguarda soltanto mari e oceani -spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente-. L'80% della plastica che arriva sulle nostre spiagge viene trasportata proprio dai fiumi ed è presente in misura preoccupante anche nei laghi. L’obiettivo, dunque, è di approfondire ulteriormente la dinamica delle microplastiche nei laghi, analizzando il ruolo che questi sistemi semi-chiusi svolgono, in relazione alla presenza dei loro immissari ed emissari. Di certo il problema dei rifiuti dispersi sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti ed è necessario e urgente mettere in atto politiche di prevenzione e sensibilizzazione per ridurre gli impatti economici e ambientali causati da questa emergenza”.

Proprio per far sì che fiumi e laghi non continuino ad essere considerati da molti come discariche a cielo aperto è partito nei mesi scorsi VisPO - Volunteer Initiative for a Sustainable Po, il progetto che per 3 anni coinvolgerà 230 volontari tra i 18 e i 30 anni in azioni di pulizia e valorizzazione delle sponde del Po e dei suoi affluenti in territorio piemontese. Un’esperienza di volontariato e apprendimento per giovani under 30 promossa da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, in partnership con Arpa Piemonte e European Research Institute. Oltre alle iniziative di pulizia, che si svolgono principalmente nei siti Natura 2000, il progetto prevede attività di monitoraggio, sensibilizzazione, promozione, formazione ed educazione ambientale e sportiva.