Cronache

Ponte sullo Stretto di Messina, ecco quanto potrebbe costare

di Ulisse Spinnato Vega

La grande infrastruttura dovrebbe valere 14,6 miliardi di euro, ma si prevede che il traffico complessivo non bilancerà le spese di costruzione e gestione



Il nodo di chi ci mette i soldi, comunque, non è importante solo per la spesa di costruzione in sé, ma anche perché poi influenza la sostenibilità nella gestione e nella fruizione dell’opera. Se il ponte sullo Stretto fosse tutto o quasi a carico dello Stato, magari con il concorso della Ue o della Bei, si potrebbe immaginare un’opera a bassissimo pedaggio e a carico della fiscalità generale, quindi pagata da tutti, anche da chi non la usa.

LEGGI ANCHE: Ponte sullo Stretto, coinvolgere gli italiani in un azionariato popolare

Se invece, come è possibile che accada visti i margini stretti dei conti pubblici, l’opera sarà finanziata in buona o larga parte dai privati, magari con uno schema di partenariato pubblico privato che peraltro è stato completamente rivisto nel Codice degli appalti, allora le tariffe di attraversamento potrebbero salire parecchio. Basti dire che sempre l’Eurotunnel oggi costa oltre 200 euro per un’automobile su un’andata e ritorno tra Francia e Inghilterra. Più di molti voli Parigi-Londra. Mentre il ponte Øresund, che collega Danimarca e Svezia, costa 59 euro per singola tratta per una normale vettura con passeggeri.

Ponte sullo Stretto di Messina, una gigantesca infrastruttura dai costi certi, ma dalla resa economica dubbia

Una macchina media con una famiglia di quattro persone spende circa 35 euro per singola tratta sui traghetti tra Messina e Villa San Giovanni. Non è affatto detto che il pedaggio su tre chilometri di ponte costerà meno, anzi. E allora l’infrastruttura avrà una resa economica sufficiente al suo mantenimento o addirittura a garantire un profitto di gestione? Chi la utilizzerà davvero? Il presidente dell'Autorità di sistema portuale dello Stretto, Mario Paolo Mega, in audizione alla Camera ha chiesto che la progettualità non consideri “esclusivamente, o come prioritarie, le esigenze di mobilità sulla media e lunga percorrenza”, ma ponga “grande attenzione soprattutto alla mobilità dei pendolari”.