Cronache

"Radicalizzati sulle navi già dal 15-8".Così il capo di gabinetto del Viminale

Diciotti, la deposizione del Prefetto Matteo Piantedosi

DICIOTTI: VERBALE PIANTEDOSI, 'ALLARME RADICALIZZATI SU NAVI GIA' DA 15 AGOSTO' - Sulla nave Diciotti il Viminale "non aveva ricevuto segnalazioni di nominativi" di personaggi ritenuti pericolosi "ma abbiamo avuto nei mesi precedenti segnalazioni generiche sull'allarme, da ultimo nel Comitato nazionale del 15 agosto". A parlare è il capo di gabinetto del Viminale, Prefetto Matteo Piantedosi, durante la deposizione davanti al Tribunale dei ministri di Catania nell'ambito dell'indagine sulla nave Diciotti che vede indagato il ministro dell'Interno Matteo Salvini per sequestro di persone. Piantedosi chiarisce al Tribunale dei ministri, come si legge nei verbali, che "con qualche spunto da più parti, il tema degli sbarchi involgeva e coinvolgeva anche i temi della difesa delle frontiere dall'arrivo di possibili radicalizzati e ne abbiamo degli esempi, eh...". "Anche da ultimo casi che sono andati nelle cronache - spiegava Piantedosi - addirittura persone in precedenza espulse, soprattutto dalla Tunisia, espulsi per motivi di ordine pubblico, in quanto radicalizzati e poi rientrati attraverso gli sbarchi".

DICIOTTI: IN VERBALE CAPO GABINETTO SALVINI SMENTISCE TRIBUNALE MINISTRI - A bordo della nave Diciotti "non si poteva escludere la presenza di soggetti pericolosi". A metterlo a verbale, nero su bianco, nelle carte di cui è venuta a conoscenza l'Adnkronos, è il capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Prefetto Matteo Piantedosi, ascoltato dai giudici del Tribunale dei ministri di Catania. Ma dalle pagine del provvedimento con cui il Tribunale dei ministri decide di chiedere l'autorizzazione a procedere per il ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona, non emerge questo particolare. Anzi, al contrario, i giudici scrivono che "nessuno dei soggetti ascoltati da questo Tribunale ha riferito di informazioni sulla possibile presenza di 'persone pericolose' per la scurezza e l'ordine pubblico nazionale". Come emerge dalle dichiarazioni di Piantedosi, a precisa domanda il capo di gabinetto risponde che "non c'è stata una specifica segnalazione di allarme sulle persone a bordo della Diciotti, ma la possibile presenza di soggetti pericolosi non si poteva escludere". "Tanto che l'allarme di possibili infiltrazioni di radicalizzati sui barconi era suonata ufficialmente già a ferragosto, durante il comitato nazionale ordine e sicurezza, a San Luca". "C'è un allarme generalizzato", mette a verbale Piantedosi "in questo caso non lo sapevamo perché non c'era un allarme specifico" ma "il modello di comportamento tiene conto anche di questo... c'è il tema di proteggere le frontiere, la protezione delle frontiere anche dalla possibile verificazione di cortocircuiti di questo tipo" ovvero dell'arrivo di soggetti pericolosi. Eppure a pagina 43 della relazione del tribunale di Catania si legge che "nessuno dei soggetti ascoltati da questo tribunale ha riferito di informazioni sulla possibile presenza tra i soggetti soccorsi di 'persone pericolose' per la sicurezza e l'ordine pubblico nazionale".

DICIOTTI: CAPO GABINETTO VIMINALE, 'ALLARME GENERALIZZATO, FRONTIERE VANNO PROTETTE' - "C'è un allarme generalizzato, in questo caso non lo sapevamo perché non avevamo un allarme specifico, però... però diciamo il modello di comportamento tiene conto anche di questo, quindi non è solo al di là della comunicazione politica, non li voglio fare arrivare perché non li voglio perché sono stranieri, ecco c'è il tema di proteggere le frontiere, la protezione delle frontiere anche dalla possibile verificazione di cortocircuiti di questo tipo". Così, il capo di gabinetto del Viminale, Prefetto Matteo Piantedosi, interrogato dai giudici del Tribunale dei ministri di Catania sul caso della nave Diciotti, che vede indagato il ministro Salvini per sequestro di persona.

DICIOTTI: TRIBUNALE MINISTRI, 'SBARCO 177 STRANIERI NON ERA PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO' - "Va osservato come lo sbarco di 177 cittadini stranieri non regolari non potesse costituire un problema cogente di 'ordine pubblico' per diverse ragioni". Così i magistrati di Catania nel fascicolo sulla nave Diciotti che vede indagato il ministro Matteo Salvini per sequestro di persona. "In particolare - spiegano i giudici - in concomitanza con il 'caso Diciotti' si era assistito ad altri numerosi sbarchi dove i migranti soccorsi non avevano ricevuto lo stesso trattamento, nessuno dei soggetti ascoltati d questo Tribunale ha riferito di informazioni sulla possibile presenza tra i soggetti soccorsi di 'persone pericolose' per la sicurezza e l'ordine pubblico nazionale".