Cronache

Raggi e Zingaretti se le suonano al Tar. I rifiuti di Roma in Tribunale

L'ultimo giorno utile il Comune di Roma impugna al Tar l'ordinanza regionale che imponeva al Comune l'individuazione di una discarica a Roma

Rifiuti Roma, dopo il caos nelle strade e la monnezza romana in giro per l'Italia, si prepara un'apocalisse amministrativa: nel giorno scadeva l'ultimatum della Regione Lazio per individuare una nuova discarica per Roma, il Comune di Roma impugna l'ordinanza dinanzi al Tar del Lazio.

Come nella migliore tradizione, né Regione Lazio, tantomeno il Comune di Roma si mettono al lavoro per trovare una soluzione istituzionale alla “vergogna d'Italia” e ingaggiano l'ennesima guerra amministrativa. Ora sarà il Tar a decidere se ha ragione Zingaretti a intimare a Roma la scelta di una discarica o se la Raggi fa bene a rimpallare tutto alla Regione. In questo teatrino dell'assurdo chi di rimette sono i romani che continuano a pagare la Tari più alta d'Italia per spedire i rifiuti ovunque tranne che nel territorio di Roma. Ancor più grave però è il silenzio del Governo che dovrebbe mettere fine a una querelle che dura da anni.

Nel giorno della scadenza dell'ordinanza, il Comune di Roma reagisce con energia. Parla l'assessore all'Ambiente, Katia Ziantoni: “Roma Capitale ha deciso di impugnare davanti al TAR l'ordinanza del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che impone a Roma Capitale l’individuazione di un sito di discarica dentro la città. Nello stesso documento la Regione ordina ad AMA Spa scelte industriali che, invece, spetterebbero alla Municipalizzata”. 

E spiega: “Il governatore Zingaretti, sui rifiuti, sta giocando una partita pericolosa, tutta a svantaggio dei cittadini romani. Evidentemente la volontà è di tornare a sacrificare sempre gli stessi territori come la Valle Galeria. Lo stesso Zingaretti, che oggi denuncia le inadempienze di Roma Capitale, solo lo scorso gennaio, è stato commissariato nella provincia di Latina per non aver individuato la rete integrata e adeguata degli impianti di smaltimento”.

E se non fosse chiaro prosegue: “La chiusura di Roccasecca e il mancato ampliamento della discarica, a seguito degli arresti di Valter Lozza (proprietario del sito) e dell’ex dirigente regionale dell’Area Ciclo Rifiuti, Flaminia Tosini, avviene a distanza di un anno dalla chiusura anticipata della discarica di Colleferro (autorizzata fino al 2022). Questi due eventi, con responsabilità tutte regionali, hanno aperto la crisi dei rifiuti nelle province di Roma, Frosinone e Latina tanto da spingere i Sindaci a chiedere il commissariamento della Regione Lazio”.

Infine, il pingo pong delle responsabilità: “Roma Capitale ha già dato riscontro alla prima ordinanza di Zingaretti, inviando il piano industriale approvato. Il Piano Rifiuti adottato dalla Regione, infatti stabilisce il termine di 36 mesi per raggiungere l’autosufficienza in ambito provinciale, per questo le ordinanze di Zingaretti sembrano più che altro un’ammissione di colpa", conclude la Ziantoni.

Ma il Tar dice no al Comune

Il Tar del Lazio, sezione Prima Quater, ha respinto l’istanza presentata dal Campidoglio per l'annullamento dell'ordinanza della Regione Lazio del 1 aprile scorso in materia di impianti di smaltimento e trattamento dei rifiuti. Tra le varie prescrizioni, il testo della Regione chiedeva al Comune e ad Ama di presentare entro il 30 aprile un piano che contenesse indicazioni sulla localizzazione della nuova discarica di servizio per la Capitale e sui nuovo impianti di trattamento. Il giudice monocratico ha fissato la trattazione collegiale in camera di consiglio il prossimo 25 maggio. Nel pronunciamento che respinge la richiesta del Campidoglio si legge che "non si ravvisano i tratti dell’estrema gravità, urgenza e irreparabilità" per il "favorevole apprezzamento" del giudizio monocratico.