Regeni, l'ultima mail a metà gennaio. Pm vagliano le conversazioni web
Giulio Regeni aveva nomi e numeri di telefono di sindacalisti e dissidenti egiziani, oppositori al regime di Al Sisi contattati nell’ambito del suo lavoro per l’Università di Cambridge.
Erano almeno trenta le persone (tra familiari, amici, docenti, colleghi di lavoro e semplici conoscenti) con cui quotidianamente manteneva rapporti via internet o attraverso social network o via skype. E' quanto emerge dalle indagini della Procura di Roma che sta cercando di capire le ragioni della morte del 28enne ricercatore di origine friulana anche dall'esame del suo personal computer che la famiglia ha consegnato agli inquirenti nei giorni scorsi.
Esiste una mail inviata a metà gennaio alla sua professoressa, Maha Abdelrahman, nella quale, preparando la sua tesi finale di marzo, Giulio Regeni raccontava cosa fosse accaduto nella riunione dei sindacati dell'11 dicembre. "Un malcontento molto diffuso tra i lavoratori ma che fino a oggi stentava a prendere forme in iniziative concrete" scriveva Giulio proprio in quei giorni, il 14 gennaio, nella sua analisi sull'agenzia di stampa Nena News. A condannare a morte il ricercatore potrebbe essere stata quindi la sua capacità di analisi. Conclusioni che potrebbero, infatti, essere finite sulle scrivania sbagliate: ad esempio di qualche servizio di sicurezza occidentale.
La massa di informazioni al vaglio dei consulenti nominati dal pm Sergio Colaiocco (anche oggi impegnato in una lunga riunone con gli investigatori di Ros e Sco) e' comunque tale che l'accertamento tecnico durera' diverse settimane. Il magistrato, che attende per il fine settimana una prima relazione medico legale da parte del professor Vittorio Fineschi, ha raccolto negli ultimi giorni le dichiarazioni di una decina di persone che hanno avuto contatti e frequentazioni con Regeni.
Dalle testimonianze finora acquisite sarebbero emersi elementi univoci: il ragazzo, che faceva una vita sobria e riservata, era solito raccontare a tutti del difficile clima che si respirava al Cairo e delle 'pressioni' politiche certamente legate al regime di Al Sisi ma nulla che facesse pensare a una situazione di effettivo pericolo. E' stata formalizzata, infine, la rogatoria in lingua araba con la quale la Procura di Roma ha chiesto a quella egiziana di trasmettere fin qui compiuti dalle autorita' del Cairo.
Intanto secondo quanto riporta La Stampa si èm scoperto che, quando Regeni era a Londra, ha lavorato per un anno presso un'azienda d'intelligence. Si tratta della Oxford Analytica, fondata da un ex funzionario americano implicato nello scandalo Watergate. Dal settembre 2013 al settembre 2014, si occupava della produzione del "Daily Brief", una decina di articoli pubblicati quotidianamente per clienti d'elite.