Cronache
Renzo Piano e il Ponte di acciaio millenario
Renzo Piano sfida i secoli, ma il modellino crolla
Renzo Piano è conosciuto con l’orribile neologismo di “archistar” e cioè è un famoso architetto che è assurto alla gloria della professione e la illustra con alti e consolidati meriti.
Essendo Piano genovese ha quindi voluto offrire il suo contributo alla ricostruzione del Ponte crollato nella sua città e lo ha fatto in tempi celeri presentando un suggestivo plastico al governatore della Liguria Giovanni Toti e al sindaco Marco Bucci, che l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci (ieri l’avviso di garanzia), in una gaffe dal sapore un po’ fantozziano (personaggio oltretutto genovese), ha fratto crollare con una improvvida manata.
Ma torniamo al progetto che sarà realizzato da Fincantieri con solo i soldi -tiene a precisare Luigi Di Maio- di Autostrade. Ieri sera, all’incontro organizzato da Affaritaliani.it a Ceglie Messapica, il premier Giuseppe Conte ha dichiarato a tal proposito nell’intervista al direttore Angelo Perrino: “Sento dire che il ponte lo fa tizio o sempronio, io dico che non abbiamo deliberato nulla e lo dico anche ai soggetti che si stanno cimentando. Sento dire che Autostrade finanzierà il nuovo ponte, benissimo, ma quelle somme saranno accettate a titolo di risarcimento, senza pregiudicare la possibilità di arrivare alla caducazione della concessione”.
L’architetto, invece, ha sentenziato che il ponte: “sarà in acciaio, durerà mille anni”, frase roboante e forse fuori luogo, riecheggiante ricordi e suggestioni imperiali, più da Antica Roma che da sgangherato presente e, tra l’altro, che mal si declina con il subitaneo crollo del plastico.
La generosità dell’architetto senatore è evidente: un progetto gratuito da parte di un personaggio famoso nel mondo che vuole dare un aiuto concreto alla sua città; tuttavia, tale generosità, può anche essere vista come un modo per farsi una bella pubblicità gratuita ed infatti il mondo degli architetti si è diviso: da una parte grandi lodi e dall’altro critiche, tra cui anche quella di non essere un ingegnere e di essere sceso troppo nei dettagli tecnici con -ad esempio- l’idea dei 43 pali di illuminazione per le vittime.