Cronache
Richard Gere presenta esposto su Open Arms. Meloni: "Uno spot concordato"
Migranti: Richard Gere, su Open Arms presentato esposto in Procura
"Abbiamo presentato un esposto per verificare se tutto cio' che sta accadendo non rappresenti una fattispecie di reato". Ad annunciarlo, durante la conferenza stampa che si sta tenendo all'aeroporto di Lampedusa sul caso della Open Arms, sono l'attore americano Richard Gere, attivista per i diritti umani, Oscar Camps, fondatore Open Arms; Riccardo Gatti, presidente Open Arms Italia e Gabriele Rubini (Chef Rubio), cuoco e fotografo. Il divo e gli altri attivisti hanno fatto sapere che porteranno il caso all'attenzione dei pm di Roma e Agrigento.
Migranti: Richard Gere, sono rifugiati che hanno bisogno di aiuto
"Gia' ero stato due o tre anni fa a Lampedusa a visitare gli hotspot, ho conosciuto di prima mano la situazione: si tratta di persone che hanno vissuto storie orribili, hanno sofferto moltissimo, li chiamano migranti ma sono rifugiati che hanno bisogno di aiuto". Lo ha detto Richard Gere nella conferenza stampa sulla situazione di Open Arms in corso all'aeroporto dell'isola. "Ho deciso di venire in 10 minuti - ha raccontato l'attore americano - ho raggiunto degli amici che stavano per mettersi in viaggio, volevamo dare una mano".
Richard Gere: "L'Italia è cambiata, ha paura"
"Amo moltissimo l'Italia, il vostro spirito, la vostra generosità, il vostro cuore, ma dopo due anni tornando qui ho avvertito che c'è qualcosa di diverso, le persone sono diventate un po' paranoiche". Lo ha detto Richard Gere, attore e attivista per i diritti umani, durante la conferenza stampa a Lampedusa di Open Arms raccontando le difficoltà incontrate per trasportare a bordo della nave della Ong le provviste raccolte. "Ho trovato una grandissima difficoltà nel trovare qualcuno che ci portasse con la barca", ha detto, spiegando che c'è "questa paranoia nell'essere di aiuto agli altri, c'è questo timore". "Alla fine abbiamo trovato una persona di sera tardi, ma la mattina quando ci siamo presentati ci ha detto 'ho cambiato idea' - ha concluso l'attore -. Qualcuno gli aveva prospettato delle ripercussioni, dicendogli di fare attenzione. Alla fine siamo riusciti a trovare un'altra barca e l'abbiamo riempiuta di provviste. Non è stato facile, ma quando siamo arrivati sulla Open Arms, queste persone, nostri fratelli e sorelle, che hanno passato dei momenti orribili, erano lì ad applaudire perché qualcuno era arrivato ad aiutare".
MIGRANTI: FONTI VIMINALE, 'NOTIFICATO DIVIETO INGRESSO IN ITALIA A OCEAN VIKING'
Nel frattempo è stato notificato all'Ocean Viking il divieto di ingresso, transito e sosta in acque italiane. Il governo italiano ha scritto una nota verbale all'ambasciata del Regno di Norvegia. E' quanto si apprende da fonti del Viminale.
MIGRANTI: MELONI, 'DA RICHARD GERE COMPARSATA, SPOT CONCORDATO CON OPEN ARMS?'
"Secondo i dati ufficiali, il 90% di chi è sbarcato illegalmente in Italia negli ultimi anni è uomo e solo il 10% donna. Ma quando una star di Hollywood come Richard Gere decide di fare la sua comparsata a favore di telecamera su una nave Ong, guarda caso, spuntano per la foto moltissime donne. Perché per i nuovi schiavisti è più facile fare propaganda immigrazionista facendo vedere donne e bambini che non solo uomini adulti (come avviene di solito). Ci prendono per scemi? Open Arms e Richard Gere da quanto tempo hanno concordato questo spot?" Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.
Migranti: Farnesina, Norvegia indichi porto sicuro per Ocean Viking
"Il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale sollecita le autorita' della Norvegia, quale Stato di bandiera, nell'esercizio dei suoi poteri sovrani sulla nave e sulle persone a bordo, ad esercitare prontamente ed efficacemente ogni azione necessaria affinche' sia individuato un porto sicuro di sbarco per le persone a bordo". E' quanto si legge in una "nota verbale" trasmessa dalla Farnesina all'ambasciata di Norvegia a Roma in merito all'imbarcazione battente bandiera norvegese "Ocean Viking" (gestita dalle Ong 'Medici senza frontiere' e 'Sos Mediterranee') che ha recuperato "un numero tutt'ora imprecisato" di migranti in un'operazione di soccorso "in area Sar libica" e "in una zona equidistante tra Lampedusa, Malta e la Tunisia".
"Le autorita' italiane - si legge nella nota - non hanno ricevuto alcuna informazione sulle intenzioni del comandante della nave, che ha riferito dell'operazione alle autorita' libiche, a soccorso avvenuto e quasi contemporaneamente alla diffusione dell'informazione attraverso i social media. Le autorita' italiane e maltesi sono state informate per conoscenza e non risultano comunicazioni alle autorita' competenti per il soccorso tunisine o norvegesi. Le autorita' italiane non hanno in alcun momento assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso che sono avvenute poche miglia al largo delle coste libiche, ben al di fuori della area Sar di responsabilita' italiana". E ancora: "La nave e' stata impegnata nei giorni scorsi in un'attivita' sistematica di perlustrazione e attualmente risulta proseguire la navigazione in zona, con intenti non genuinamente ispirati a quelle definiti dalle Convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e non in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale". "Alla luce di quanto descritto", prosegue il documento, "non puo' in alcun modo essere attribuita alle autorita' italiane la responsabilita' dell'individuazione del porto di sbarco dei naufraghi soccorsi dalla nave Ocean Viking e comunque l'ingresso nelle acque territoriali italiane sarebbe considerato pregiudizievole al buon ordine e alla sicurezza dello Stato, cosi' come previsto dal'articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare". Il ministero degli Esteri, "considerando in particolare le importanti capacita' di ricezione della nave e delle attrezzature medico sanitarie a bordo, ricorda come non sia accettabile ogni condotta di Organizzazioni non governative che considerano l'Italia l'unico porto possibile di sbarco e che, a questo scopo, sono pronte a esporre le persone a bordo a condizioni psicologiche di forte pressione in situazioni igienico-sanitarie suscettibili di rapido deterioramento".