Cronache

Sanità Emilia, liste d'attesa "apri e chiudi": trucco per apparire efficienti?

di Antonio Amorosi

Diventa un caso la vicenda delle liste d’attesa per le visite a Reggio Emilia. Improvvisamente si chiudono, poi si riaprono. Vinci (FdI): “Comodo così...”

Sulla scrivania del ministro alla Sanità Schillaci pende un’interrogazione di Vinci che chiede chiarimenti urgenti. Mentre le altre Regioni non possono nei propri territori “chiudere e aprire” e mostrano attese bibliche, Reggio Emilia farebbe qualcos'altro.

Dopo il buco da 400 milioni di euro nella Sanità regionale anche la beffa del sistema reggiano?

Di recente la sinistra emiliana ha fatto partire una petizione per salvare la Sanità che a loro dire sarebbe minacciata dal governo Meloni. A stretto giro è arrivata la reazione del chirurgo ortopedico Mirka Cocconcelli, un’ultradecennale esperienze alle spalle: “Ho un moto di sdegno, quando leggo che chi ha distrutto la Sanità pubblica a livello Regionale ed a livello nazionale, promuova una petizione pubblica per salvarla. Dov'erano i vari Errani, Bissoni, Bonaccini, Donini, Carradori, Lusenti, Speranza, Bindi, sindacati vari quando la mia categoria denunciava da 10 anni (e oltre), i tagli ai posti letto in Regione Emilia Romagna?

Si sono chiesti perché da 10 anni c'è una fuga inarrestabile di personale sanitario dal pubblico al privato? E ora, mi insegnano come salvare il SSN pubblico?

Se la questione non fosse drammatica ci sarebbe da farsi quattro risate. Non siete credibili! Io a ‘bordo’ della Sanità pubblica ci sono stata per 15 anni, poi ho gettato la spugna perché il SSN stava morendo lentamente ma inesorabilmente e non ho certo bisogno di ricevere soluzioni apodittiche per salvare la Sanità pubblica, dagli stessi che, in questi 20 anni l'hanno affondata!”

Segue una lunga serie di interventi che si potrebbero realizzare ma che nessuno sarà interessato ad ascoltare.