Seveso, esondazioni costanti: finiranno mai?
Il fiume Seveso esonda almeno dal 1700, ma negli ultimi 40 anni i dannisono sempre stati peggiori. Fino a quando?
di Ellera Ferrante di Ruffana
Pare che il fiume Seveso esondi almeno dal 1700 allagando le campagne con un' intensità abitativa ed una superficie impermeabile alle piogge che non è certamente quella di oggi.
Negli ultimi quarant'anni dal 1976 al 2016 appunto, il Seveso è esondato a Milano almeno 107 volte, ossia secondo i tecnici una media di 2,6 volte all' anno immaginabili ed inimmaginabili, prevedibili e non prevedibili che ogni esondazione produce dai disagi più o meno gravi, ai danni anche gravissimi ed irrimediabili.
Che si debba aspettare di attendere altri quarant'anni!?
D' altro canto, è impossibile pensare di porre rimedio oggi senza il coinvolgimento istituzionale di tutti gli Enti competenti: Comune di Milano, Città Metropolitana, Regione, Governo, Aipo.
Come per ogni risultato che si rispetti - già Socrate antecedente anche alle esondazioni del Seveso confidava nella "cooperazionoe" per motivi già sperimentati di "convivenza" e "convenienza" - solo lavorando tutti insieme e con più azioni, si può ridurre anche definitivamente il rischio esondazione.
Fin dal 2010, si sono attivate e completamente finanziate cinque operazioni: canale scolmatore, pulizia e rinforzo del tratto tombinato, sistema di controllo ed allertamento del fiume, depurazione acque, vasche di laminazione.
Dunque un autentico programma ed un progetto complessivo di risanamento e sicurezza.
Dunque, documentazione alla mano e fonte autorevole - il Comune di Milano -, pare certo l' avvio delle operazioni cantieristiche e di progetto definitivo per avere le opere che permetteranno al Seveso di non straripare ed inondare in futuro zone come Niguarda e dintorni.
Una cosa tangibile, possibile e di prevenzione (operazione sempre invocata, ma poi appena scatta arrivano i - Noi - chissà perché!, contro i futuri allagamenti.
Comunque pare anche che a guardare il progetto da un punto di vista tecnico, la parte di parco Nord, sulla quale pare anche destinata la vasca-laghetto, è veramente minima e ai margini del Parco.
Certo, rimane da salvaguardare l'abitato nelle immediate vicinanze del manufatto, quelle di Via Papa Giovanni XXIII a Bresso che ha tutto il diritto anche se allo stato di fatto è sulla sponda opposta del Seveso, ad avere garanzie "ultracerte" per non peggiorare la propria qualità di vita.
Che Dio, ce la mandi buona, non l' acqua s'intende, ma ogni rimedio invocato, sperato e assicurato questa volta dalle Istituzioni per "non continuare a nuotare" quando il Seveso straripa, che è sempre!
Se ne lamentano persino gli immigrati...
(magari detta così, trova più ascolto e considerazione anche a beneficio di noi "semplicemente cittadini italiani")