Sgarbi su Affari: "L'amante di Cristina Seymandi? Vi dico la verità"

Il caso Segre-Seymandi, su affaritaliani.it l'intervento di Vittorio Sgarbi

A chi si riferiva Vittorio Sgarbi quando ha parlato a Pomeriggio Cinque di un “politico fiorentino già amante di Barbara d’Urso”, riferendosi alla lista dei presunti rapporti fuori dal fidanzamento ufficiale di Cristina Seymandi?  

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Se lo sono domandati in tanti e affaritaliani.it lo ha chiesto direttamente al sottosegretario alla Cultura e critico d'arte. Ma prima un breve riepilogo. A metà agosto il video in cui Massimo Segre, banchiere torinese, parlando a una festa davanti a tutti i propri amici, lascia la futura coniuge (l'imprenditrice Cristina Seymandi) rivelando pubblicamente i tradimenti scoperti, fa il giro di tutti i siti e i quotidiani italiani.

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IL VIDEO IN CUI VITTORIO SGARBI PARLA DI UN "POLITICO FIORENTINO"

"Politico fiorentino amante di BARBARA D'URSO"

Sgarbi choc a #Pomeriggio5 pic.twitter.com/vHo0D9MYDh

— Boomerissima (@Boomerissima) September 5, 2023

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Nel filmato Segre parla di un avvocato che avrebbe avuto un rapporto con Seymandi. Ma da quel momento le speculazioni e i vari gossip hanno attribuito alla professionista diverse relazioni al di fuori del suo fidanzamento ufficiale.  

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IL VIDEO IN CUI MASSIMO SEGRE LASCIA PUBBLICAMENTE CRISTINA SEYMANDI ACCUSANDOLA DI TRADIMENTO

"Ho fatto una battuta senza senso, mi scuso con la signora Seymandi, evidentemente molto stressata. Io facevo riferimento alla lettera del compagno che parla di persone altolocate", ha affermato Sgarbi raggiunto da affaritaliani.it.

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Proprio questa mattina l'imprenditrice piemontese, parlando con il Corriere della Sera, si è detta sbigottita dalle parole di Vittorio Sgarbi a Pomeriggio 5. "Continua la vergognosa campagna di sciatto gossip, la morbosità basata sul nulla e le volgari aggressioni alla mia persona", ha dichiarato.

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Sgarbi ha precisato che il riferimento al politico fiorentino era destinato al sindaco di Firenze presente in studio in quel momento, niente di più che uno sfottò a Dario Nardella. "Era solo un gioco, si era creato un salotto", ha spiegato il critico d'arte che ha preso la vicenda "come un pezzo comico" parlando "di Traviata e di Otello" senza considerarlo "un fatto reale", quindi "tutto quello che dicevo era fantasia", un "ragionamento surrealista" che "non aveva niente a che fare con la realtà".

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Per l'avvocato Claudio Strata, del team legale che assiste l'imprenditrice, si tratta di "una lunga lista di falsità la cui circolazione è incominciata quella sera del 27 luglio e di cui certamente, prima o poi, qualcuno renderà conto".

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