Cronache

Sommergibile imploso, la noia uccide

L'opinione di Maurizio De Caro

Che dire, ci dispiace? Ci sconvolge? No, ci costringe ad analizzare un mondo che ha sempre più bisogno di differenziarsi, di andare oltre i limiti

Il piacere di giocare con l’annichilimento fisico è più erotico dei giochi di ruolo, ma non consente la partecipazione a chi ha il mutuo da pagare, o si trova temporaneamente in cassa integrazione, questa è una consolazione, una nemesi distributiva, e non soltanto un nuovo capitolo per il terzo millennio della fiction “anche i ricchi piangono”, che è verissimo certo ma “i poveri annegano” in due metri d’acqua, ovunque e nel Mediterraneo.

Senza retorica e senza revanscismo sociale, siamo “all’esaltazione dell’impossibile”, vicini a una serie di punti di non ritorno, utili ad una nuova elite di iper-oligarchi planetari, pronti a raccontarsi solo tra eguali, esperienze prossime alla morte.

Sono gli stessi che dopo aver scoperto probabilmente l’elisir di lunga vita e prossimamente il “principio attivo dell’immortalità”, cercano di avvicinarsi sempre più velocemente verso quel nulla, cui erano diretti nelle profondità degli oceani e probabilmente negli spazi siderali e/o su Mercurio.

Raccontare "l’impresa” a pochissimi amici, provocando l’invidia degli inferiori che osservano le immagini dal satellite o dal sottomarino, è impagabile soprattutto se il costo “accettabile” è in grado di produrre l’ennesima barriera culturale tra “quelli che stanno bene, benissimo” e sfidano necessariamente la morte e tutto il resto del pianeta che invece ci convive ogni singolo minuto di ogni singolo giorno.