Cronache
Sommergibile imploso, la noia uccide
Che dire, ci dispiace? Ci sconvolge? No, ci costringe ad analizzare un mondo che ha sempre più bisogno di differenziarsi, di andare oltre i limiti
Il piacere di giocare con l’annichilimento fisico è più erotico dei giochi di ruolo, ma non consente la partecipazione a chi ha il mutuo da pagare, o si trova temporaneamente in cassa integrazione, questa è una consolazione, una nemesi distributiva, e non soltanto un nuovo capitolo per il terzo millennio della fiction “anche i ricchi piangono”, che è verissimo certo ma “i poveri annegano” in due metri d’acqua, ovunque e nel Mediterraneo.
Senza retorica e senza revanscismo sociale, siamo “all’esaltazione dell’impossibile”, vicini a una serie di punti di non ritorno, utili ad una nuova elite di iper-oligarchi planetari, pronti a raccontarsi solo tra eguali, esperienze prossime alla morte.
Sono gli stessi che dopo aver scoperto probabilmente l’elisir di lunga vita e prossimamente il “principio attivo dell’immortalità”, cercano di avvicinarsi sempre più velocemente verso quel nulla, cui erano diretti nelle profondità degli oceani e probabilmente negli spazi siderali e/o su Mercurio.
Raccontare "l’impresa” a pochissimi amici, provocando l’invidia degli inferiori che osservano le immagini dal satellite o dal sottomarino, è impagabile soprattutto se il costo “accettabile” è in grado di produrre l’ennesima barriera culturale tra “quelli che stanno bene, benissimo” e sfidano necessariamente la morte e tutto il resto del pianeta che invece ci convive ogni singolo minuto di ogni singolo giorno.