Cronache
Strage via D'Amelio, ferita ancora aperta: ricordare è un dovere collettivo
Il 19 luglio ricorre il 31° Anniversario dell’Eccidio di via D’Amelio, uno dei peggiori attentati di stampo terroristico-mafioso: ricordare è dovere
Il 21 luglio si svolsero nella cattedrale di Palermo i funerali dei cinque agenti. I familiari di Borsellino, invece, rifiutarono i funerali di Stato in aperta polemica con il mondo politico, colpevole secondo i parenti di non averlo difeso; il 24 luglio, in forma privata, alla presenza di 10.000 persone, furono celebrati i funerali del giudice nella chiesa di Santa Luisa di Marillac, dove Borsellino era solito recarsi nelle domeniche di festa.
Per la strage di via D’Amelio l’iter giudiziario è stato lunghissimo. Confessioni, falsi pentiti, condanne poi ribaltate, il mistero dell’agenda rossa mai trovata nell’auto esplosa, l’agenda in cui il giudice registrava gli appuntamenti di lavoro, gli spostamenti privati, ma soprattutto i colloqui che teneva con i collaboratori di giustizia e i rappresentanti delle istituzioni.
È finito tutto” affermò sconfortato Antonino Caponnetto, il magistrato che creò e guidò il Pool antimafia, uscendo dall’obitorio dopo l’ultimo saluto a Paolo, ma non poteva finire così, perché la speranza e il coraggio che Giovanni e Paolo avevano consegnato in quegli anni ai cittadini desiderosi di giustizia e legalità iniziavano a produrre il vento del cambiamento culturale nella lotta alla mafia. E iniziò quella primavera delle coscienze di cui Caponnetto diventò il primo rappresentante della società civile, e scelse le scuole per portare avanti le idee dei magistrati uccisi dalla mafia.
L’importanza di sviluppare tra i giovani il senso della legalità e il valore dell’impegno per la giustizia è espresso perfettamente nel profetico discorso che tenne Borsellino il 25 giugno 1992 nella Biblioteca di Palermo in ricordo dell’amico Giovanni, discorso che tante volte Antonino Caponnetto ha ricordato agli studenti nelle varie scuole d’Italia:
“Il primo problema da risolvere nella nostra bellissima e disgraziata terra è la necessità di un movimento culturale e morale che coinvolga tutti, specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e della complicità.”