Cronache
Stupro Palermo, profili fake e caccia al video: ecco cosa rischiano gli utenti
Affaritaliani.it ha interpellato l'avvocato e professore di Informatica giuridica Giovanni Ziccardi per delineare reati e responsabilità degli utenti
C’è anche un altro fatto che sta minando la credibilità della vicenda. E cioè la diffusione di “video fake” sugli stupratori. Cosa rischia in primis chi ha manomesso video altrui?
Per quanto riguarda le attività dei “falsari” di contenuti o di profili, sono tante le possibili ipotesi criminali. Me ne vengono in mente tre. La sostituzione di persona è un reato che consiste nel creare un profilo falso in grado di ingannare la fiducia di coloro con cui ci si relaziona spacciandosi, appunto, per un’altra persona (viene infatti definito come un reato contro la fede pubblica).
La diffamazione può essere presente, al contempo, quando si creano notizie, testi o “parole” false che possano violare la reputazione di una persona, e sui social network la diffamazione è aggravata vista la potenza del mezzo di comunicazione. Infine se questa azione è legata alla circolazione del video, rientra in gioco la violazione della normativa sulla protezione dei dati.
È possibile risalire agli account di questi "impostori"?
Circa le possibilità di risalire alle identità delle persone, tutto sta nelle capacità investigative delle forze dell’ordine e nella cooperazione delle piattaforme (che di solito, quando i reati sono così gravi e sono a sfondo sessuale, sono portate a cooperare molto celermente). Dipende però, molto, dalle modalità di comunicazione utilizzate, dal livello di cifratura e dalla capacità di intervenire immediatamente durante il “transito” di tali informazioni.