Cronache

Stupro Palermo, profili fake e caccia al video: ecco cosa rischiano gli utenti

di Eleonora Perego

Affaritaliani.it ha interpellato l'avvocato e professore di Informatica giuridica Giovanni Ziccardi per delineare reati e responsabilità degli utenti

E possono essere puniti?

Il secondo punto è strettamente correlato al diritto penale e a un articolo specifico, il 734-bis, che prevede proprio l’arresto da tre a sei mesi per la divulgazione, anche attraverso mezzi di comunicazione di massa, le generalità o l’immagine di persone offese da reati sessuali. Si tratta di un reato previsto per tutelare la riservatezza delle vittime. Questo articolo copre tutti i casi nei quali non solo attraverso il volto, ma in base a qualsiasi particolare, si possa risalire alla persona offesa dei reati indicati.

Quindi si può parlare anche di violazione dei dati personali?

Esattamente. Il terzo punto riguarda, infatti, una normativa più “mirata”, ossia la normativa sulla protezione dei dati (e l’intervento del Garante per la Protezione dei Dati, il cosiddetto “Garante Privacy) con riferimento a una più ampia violazione delle norme da parte di utenti e, anche, dei provider. Per tutelare i diritti e le libertà delle persone cui quei dati si riferiscono. Già l’articolo del codice penale che abbiamo visto poco sopra tutela la riservatezza della vittima. In questo caso, si obbligano invece le persone a proteggere i dati di quella persona evitando ogni divulgazione. Qui il Garante si riferisce, in particolare, a principi quali l’essenzialità dell’informazione, la non diffusione di dati che possano generare ulteriore pregiudizio (ad esempio: le generalità o il volto della vittima), il rispetto della dignità della persona, in questo caso vittima di violenza.

Di qui l’avvertimento del Garante che l’eventuale trattamento del video possa configurare una violazione delle disposizioni del GDPR, il famoso regolamento europeo sulla protezione dei dati.

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E i provider, le piattaforme social come Telegram (in questo caso), TikTok e altri? Che ruolo hanno?

Con riferimento ai provider, in questo caso Telegram, sempre il Garante evidenzia come i trattamenti effettuati riguardino vittima di violenza e utenti italiani e vadano quindi valutate le disposizioni del regolamento anche nei confronti della piattaforma.

Questo il motivo per cui ha avvertito Telegram della possibile violazione delle norme sulla protezione dei dati, con rischio di sanzioni milionarie.