Stupro Rimini, Polizia contro pm e giudici: "Sempre beffati dai clandestini"
Il sindacato di Polizia Consap: "Giustizia italiana regolarmente beffata dai clandestini"
Stupro Rimini, Consap: "Rimpatrio coatto per non vanificare il lavoro delle Forze di Polizia e non far crollare la fiducia degli italiani"
“Pronti per confezionare l’ennesimo invito a lasciare il territorio nazionale che non verrà rispettato” ironizza amaramente la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, “sull’intransigenza della giustizia italiana”, letteralmente “beffata” da clandestini senza volto che assumono connotati reali solo quando si rendono protagonisti dell’ennesimo omicidio stupro o vandalismo di qualsiasi genere, come nel caso dei due fratelli magrebini autori degli stupri di Rimini.
“Due dei vigliacchi criminali di Rimini – sostiene Stefano Spagnoli Segretario Nazionale della Consap – sono figli di madre clandestina e padre espulso risiedente ancora sul territorio nazionale per ricorso in atto, e presunti minorenni. Già perché lo scarso coraggio dei nostri politici che ormai da troppo tempo hanno abbandonato la politica del rimpatrio coatto a bordo di aerei militari, fa si, che un indesiderato fatto oggetto di provvedimento di espulsione sia, di fatto, un criminale impunito; che può scegliere fra il dileguarsi e restare in Italia fino al prossimo arresto, oppure rientrare nel suo paese per poi ritornare immediatamente in Italia, con l’unico rischio che se viene fermato come clandestino, passerà nella peggiore delle ipotesi, una notte in carcere o peggio come accadde a Terni quando l’espulsione non eseguita e una nuova identità dichiarata ed ancora con ricorso sotto esame di un cittadino anch’egli marocchino costò la vita a David Raggi.
Quando come sindacato di polizia parliamo di demotivazione professionale ci riferiamo proprio a questo, ossia all’inutilità delle attività di indagini e di sacrificio professionale spesi per assicurare alla Giustizia individui che non subiranno mai alcuna punizione e temiamo che così sarà anche per questo caso di Rimini. “Sarebbe auspicabile che la Giustizia italiana possa avere, almeno nel caso di Rimini dove emergono circostanze evidenti di totale disprezzo per la libertà e la dignità umana degli altri, uno scatto di orgoglio, rimpatri con un volo militare questi indesiderati e li assicuri alle carceri del loro paese, verificando che siano condannati, visto che sappiamo fin d’ora, e la storia della loro famiglia c’è lo insegna, che il decreto di espulsione sarebbe inutile oltre che disatteso, ma sappiamo anche e con altrettanta certezza che le misure di sconto di pena applicate in Italia potrebbero dopo il processo condannarli anche perché presunti minorenni ad una breve vacanza in qualche istituto di recupero”.
La società civile sta pagando un prezzo troppo alto a questo sistema di giustizia che consente soprattutto agli stranieri di trasformare l’Italia in una terra di conquista – conclude Stefano Spagnoli - ed allora facciamolo partire quell’aereo militare e se magari non ci fidiamo del Marocco dirottiamolo verso Varsavia, affinché le notti e i giorni di “caccia all’uomo” dei poliziotti e dei Reparti Prevenzione Crimine inviati a supporto non sia stati spesi invano”.