Cronache
Suviana, non è stata un'esplosione improvvisa. La strage si poteva evitare?
Tutti i testimoni dell’incidente di Bargi dicono di aver sentito rumori prima del botto
La verità sulla tragedia di Suviana nella "scatola nera"
Sarà fondamentale l'analisi dei luoghi e la ricostruzione di ogni singolo dettaglio per capire cosa è successo nella centrale idroelettrica Enel Green Power di Bargi, nel bacino di Suviana, sull'Appenino Tosco Emiliano, nel pomeriggio di martedì scorso poco prima delle 15 , quando un' esplosione - a cui sono seguiti un crollo, un incendio e un allagamento dei piani -8 e - 9 (in quest'ultimo, a 40 metri di profondità, sono stati ritrovati dai sommozzatori, dopo 3 giorni di ricerche ininterrotte, i corpi degli ultimi 4 dispersi; sette in totale le vittime e ancora tre feriti in gravi condizioni) - ha aperto uno scenario del tutto inedito su questo tipo di incidenti.
Ma anche partire dalle aziende per capire il ruolo di ogni lavoratore coivolto, per stabilire compiti e responsabilità, anche aiutati dai racconti dei superstiti, quelli che sono riusciti a mettersi in salvo. Dalle prime ricostruzioni, l'esplosione sarebbe partita dall'alternatore al piano -8, travolgendo poi la turbina, posizionata la piano -9. Difficile, però, stabilire con certezza cosa sia avvenuto.
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Secondo la Stampa, "l’unica certezza è che non è stata un’esplosione improvvisa. È trascorso un lasso di tempo, ancora difficile da quantificare, fra le prime anomalie alla turbina della centrale elettrica e la catastrofe. Così adesso la domanda che tutti si fanno, ed è la più angosciante delle domande, è questa: quei sette lavoratori si potevano salvare?"
Secondo il racconto de La Stampa, "lo ripetono tutti i testimoni, lo hanno detto gli scampati. Il primo era stato il tecnico Francesco Firenze, impiegato per Enel Green Power, che martedì pomeriggio era all’ingresso della centrale: «Abbiamo sentito un rumore strano, poi abbiamo visto del fumo. Dopo c’è stata quell’esplosione, un boato tremendo». Anche il collega Emanuele Santi ha descritto sempre a La Stampa un incidente in due tempi: «Sono sceso a salutare la squadra che era impegnata nel collaudo. Ho sentito un rumore assurdo, fuori giri. Degli scossoni, come delle vibrazioni anomale. Il rumore diventava sempre più forte. Mi ricordo che ero al piano -4 quattro quando ho urlato: “Venite via da lì! Fuori! Fuori tutti!“».