Cronache
Cellula di Al Qaeda a Sassari, 11 persone a processo
Smerciavano documenti falsi per far entrare clandestini in Italia dal Pakistan e dall'Afganistan, un traffico che serviva a finanziare sanguinosi attentati all'estero. E' questa l'accusa per i presunti componenti della cellula di Al Qaeda con base operativa a Olbia per i quali, stamane, si apre il processo in un blindato palazzo di giustizia a Sassari. Sono 11 gli imputati chiamati a rispondere di strage e associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale davanti alla corte d'assise.
Secondo la ricostruzione della procura distrettuale di Cagliari, sarebbero loro - a vario titolo - ad aver progettato e organizzato la carneficina al mercato Meena bazar a Peshawar, in Pakistan, dove, nel 2009, una bomba provoco' la morte di piu' di 100 civili. E ancora, sarebbe loro la firma sull'attentato in una scuola femminile in Beluchistan (Pakistan) e su quello che provoco' la morte di tre persone e il ferimento di alcuni agenti impegnati nella scorta di un convoglio della Petrolio e Gas Development corporation sempre in Pakistan nel 2011. Grazie a una fitta rete di contatti, in altre regioni italiane e all'estero, i presunti componenti della cellula di Olbia - pronti ad uccidere "anche i bambini" di un gruppo a loro rivale in Pakistan - sarebbero riusciti a mettere a segno numerosi sabotaggi e attentati. La gestione dell'immigrazione illegale, piu' un probabile traffico di stupefacenti, garantiva ai militanti un continuo flusso di entrate - con nulla osta e i documenti falsi venduti a 6/7mila euro perche' "l'Italia e' diventata un grande bazar. E tutto il mondo sta arrivando qui", come si legge in un'intercettazione tra gli indagati - e di affiliati alla formazione jihadista.