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Tragedia migranti, solo il 10% giunge a destinazione tra morti, dispersi e...

Di Redazione Cronache

Solo il 10% dei disperati che partono da Libia, Tunisia, Turchia verso l’Europa riescono ad arrivare a destinazione

Tragedia migranti, solo il 10% giunge a destinazione in Europa da Libia, Turchia e Tunisia: morti, dispersi e ritorni al punto di partenza

Allarme decessi nel triste panorama dell’immigrazione clandestina. Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) e Umem (Unione Medici Euromediterranea), attraverso il consueto progetto di comunicazione internazionale in 120 paesi nel mondo (tutti i paesi arabi ed europei, Africa, Asia, America del Sud, Russia, Stati Uniti, America Centrale, Cina, Canada) sotto l’egida del Movimento Uniti per Unire, lanciano una nuova indagine sulle statistiche legate ai drammatici sbarchi, alla tratta di esseri umani, in merito alla quale, con estremo rammarico, viene rilevato che le politiche europee dei paesi economicamente più solidi stanno facendo ben poco.

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Ultimamente si è parlato spesso dei viaggi della speranza dalla Tunisia, Turchia e dalla Libia: non c’è dubbio che siamo di fronte a tragedie continue troppo spesso ignorate. Solo il 10% dei disperati che partono da questi paesi verso l’Europa riescono ad arrivare a destinazione. Molti di loro muoiono in mare, di altri i loro familiari non hanno più notizie, altri dopo due giorni tornano al punto di partenza. Sono le nostre statistiche accurate: tutto questo si evidenzia dalle numerose famiglie di immigrati che stanno dando vita ad associazioni internazionali, con donne e bambini che rivolgono appelli mondiali per ritrovare i propri mariti, i propri padri e figli.

"Noi di Amsi, Umem e Uniti per Unire rivolgiamo l’ennesimo appello per il consolidamento di 'una legge di immigrazione europea', e ci rivolgiamo nuovamente ai paesi economicamente più forti. Vogliamo una legge che regoli la buona immigrazione costruita su diritti e doveri, sulla solidarietà, l’eguaglianza, la cooperazione internazionale, e aiutare sul serio a casa loro le popolazioni bisognose, sostenendo occupazione, servizi, cultura, sanità, integrazione sociali. Va combattuto il mercato degli esseri umani con trafficanti protetti da generali e militari corrotti, in considerazione di tariffe folli richieste economiche (7-8mila euro) per avviare sbarchi che si rivelano un suicidio, spesso con mezzi di fortuna come barche di metallo cariche di essere umani.

Sui battelli, con viaggi lunghissimi, ci sono molto spesso donne incinte e bambini. Mentre scriviamo i telegiornali italiani raccontano dell’ennesima tragedia del mare, con 70 morti durante uno sbarco di clandestini dalla Libia.

Occorre dare manforte agli accordi bilaterali. La politica ci ha delusi con promesse vane e slogan. Dal 2000 a oggi non abbiamo visto concretizzarsi piani risolutivi per arginare l’immigrazione irregolare e per favorire invece, di contro, quella delle eccellenze, quella dei medici, dei professionisti sanitari, quella delle giovani promesse che possono dare lustro ai nuovi paesi dove scelgono di vivere, nel primo caso aprendo la strada al consolidamento di una buona sanità internazionale, coprendo anche le falle delle carenze delle regioni nel caso dell’Italia e andando a sostenere, nel caso dei paesi più poveri, con formazione e conoscenza, quei sistemi sanitari che sono afflitti da crisi di mezzi e di uomini.

La nostra proposta è sempre quella di affrontare separatamente le questioni legate all’immigrazione irregolare, di competenza del Ministero degli Interni, ovvero asili politici, rifugiati, permessi di soggiorno, dando spazio in ambiti diversi alle selezioni di personale qualificato straniero, nelle mani del Ministero del Lavoro e di quello della Sanità, dal momento che abbiamo costantemente bisogno di mano d’opera qualificata tra professionisti della sanità e anche mano d’opera specializzata, in particolare per quei lavori che gli italiani non vogliono svolgere più, sempre nell’ottica di arrivi mirati e scelti ad personam.

Ci aspettiamo dalla politica un impegno diverso, concreto. In tempi dj elezioni europee non vorremmo che piovessero promesse su integrazione, accordi bilaterali, che poi puntualmente non vengono mantenuti. Diciamo no alle strumentalizzazioni, diciamo no alle parole a vuoto sulla pelle degli esseri umani. Il nostro lavoro andrà avanti anche con la Scuola Unione per l’Italia, dove al primo posto ci saranno l’informazione e la formazione, con progetti che riguardano la politica, la sanità e anche l’immigrazione programmata e qualificata con il rispetto del principio diritti e doveri". Così il Prof. Foad Aodi, Presidente di Amsi e UMEM nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro della Fnomceo e 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza, diritti umani e divulga la verità in tutti i paesi per quanto riguarda il rischio e il pericolo dell'immigrazione irregolare.