Cronache

Università: quale frequentare per trovare lavoro

L'analisi del rapporto eseguita da Almalaurea: "Sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati"

Quale università bisogna frequentare per trovare lavoro

Nelle immatricolazioni si è registrato un calo del 3%, rispetto al 2020/21. Questo dato arriva dal rapporto redatto da Almalaurea 2022, Sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati. In particolare, l'età media dei laureati è scesa a 25,7 anni e il 90,5% dei laureati si dichiara complessivamente soddisfatto dell'esperienza universitaria conclusa.


Nell'ultimo anno gli immatricolati negli atenei del Centro e del Mezzogiorno sono diminuiti molto di più di quelli del Nord (Nord -1%, Centro -3% e Mezzogiorno -5%). Tuttavia, l'andamento delle immatricolazioni per area disciplinare che mostra risultati interessanti: rispetto all'anno accademico 2003/04, è l'area STEM (Scienze, tecnologie, ingegneria, matematica) che mostra un aumento del 14%, mentre quella sanitaria e agro-veterinaria ha registrato un incremento del 2%. Infine, l'area artistica, letteraria ed educazione e soprattutto l'area economica, giuridica e sociale sono ancora al di sotto della quota di immatricolati del 2003/04, rispettivamente -11% e -15%. 


Nel 2021, l'età media alla laurea per il complesso dei laureati è pari a 25,7 anni: 24,5 anni per i laureati di primo livello, 27,0 per i magistrali a ciclo unico e 27,1 anni per i laureati magistrali biennali. Questi numeri tengono conto del ritardo nell'iscrizione al percorso universitario (si tratta del ritardo rispetto alle età canoniche dei 19 anni, per la laurea di primo livello e per quella a ciclo unico, e di 22 anni, per la magistrale biennale), che tra i laureati del 2021 in media e' pari a 1,4 anni. L'età alla laurea è diminuita in misura apprezzabile rispetto all'ordinamento universitario precedente alla riforma del 1999 e ha continuato a decrescere (era infatti 26,9 anni nel 2011) fino al 2018, per poi rimanere pressoché costante.

Per trovare lavoro quale università bisogna frequentare

Invece, ha registrato un  miglioramento la regolarità negli studi e la volontà di concludere il corso di laurea nei tempi previsti dagli ordinamenti, nonostante negli ultimi due anni per effetto della proroga della chiusura dell'anno accademico concessa agli studenti per l'emergenza Covid-19. Se nel 2011 concludeva gli studi in corso il 38,9% dei laureati, nel 2021 la percentuale raggiunge il 60,9%, in particolare il 67,0% tra i magistrali biennali, il 60,1% tra i laureati di primo livello e il 49,7% tra i magistrali a ciclo unico.

Pertanto, se dieci anni fa a terminare gli studi con quattro o più anni fuori corso era il 14,3% dei laureati, oggi la quota si è più che dimezzata (6,9%). Il voto medio di laurea rilevato tra i laureati del 2021 è del tutto simile a quello di dieci anni fa (103,5 su 110 nel 2021, era 102,9 su 110 nel 2011), ma tale risultato deriva da una lieve e costante crescita, rilevata negli ultimi cinque anni, dopo un primo periodo di tendenziale calo.

Mentre, il 90,5% dei laureati si dichiara complessivamente soddisfatto dell'esperienza universitaria appena conclusa. Tale quota e' tendenzialmente in aumento negli ultimi anni: nel 2011 era pari all'87,1%. In particolare, si tratta del 90,8% tra i laureati di primo livello, dell'88,1% tra i magistrali a ciclo unico e del 90,9% tra i magistrali biennali. È quanto emerge dal Rapporto Almalaurea 2022.

Per analizzare la soddisfazione per l'esperienza universitaria appena conclusa è stata presa in considerazione l'opinione espressa dai laureati in merito ad alcuni aspetti. L'emergenza pandemica, che ha coinvolto parte dell'esperienza universitaria conclusa, sembra non avere intaccato tanto le valutazioni dei laureati (che si confermano crescenti su tutti gli aspetti dell'esperienza universitaria) quanto, come ci si poteva attendere, la fruizione di alcune strutture e servizi universitari. In particolare è diminuita in modo significativo la quota di chi ha utilizzato durante il corso di laurea le postazioni informatiche (-5,3 punti percentuali), le attrezzature per le attività didattiche, quali laboratori e attività pratiche (-4,5), i servizi di biblioteca (-4,7) e gli spazi dedicati allo studio individuale (-3,3). Il calo della fruizione è piu' accentuato tra i laureati magistrali biennali e tra i triennali, ossia tra i percorsi che, in virtu' della piu' breve durata, hanno maggiormente risentito dell'emergenza pandemica da Covid-19.

Nel 2021, a cinque anni dal conseguimento del titolo, il lavoro autonomo (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) si attesta al 9,4% tra i laureati di primo livello e al 19,8% tra i laureati di secondo livello. La quota di chi è assunto con contratto a tempo indeterminato è del 65,5% tra i laureati di primo livello e del 55,8% tra quelli di secondo livello. É assunto con un contratto non standard (in particolare alle dipendenze a tempo determinato) il 15,8% dei laureati di primo livello e il 17,4% di quelli di secondo livello.