Culture

Albertini si candidi a sindaco e sia il Draghi di Milano

Nella lettera appello i firmatari auspicano un ritorno di Gabriele Albertini a sindaco di Milano

Giampaolo Berni Ferretti, Presidente dell'Associazione Milano Vapore, pubblica una lettera aperta sui principali quotidiani milanesi. "L'onorevole Albertini si candidi a sindaco e sia il Draghi di Milano". L'appello affinché l'ex sindaco scenda in campo alle prossime elezioni Amministrative a Milano, che dovrebbero tenersi in autunno, non arriva solo dall'avv. Giampaolo Berni Ferretti, Presidente di Milano Vapore. Altri firmatari sono l’avv. Mario Umberto MoriniGianni Rubagotti, Segretario dell'Associazione per l’iniziativa Radicale Miriam Cazzavillan, l'arch. Edoardo Dubin (MuoverMI), Mirco de Carli e Pietro Chiapparo (Popolo della Famiglia).

L'ex sindaco di Milano per il momento non si sbilancia anche se appare remota la possibilità che possa battersi una terza volta e a distanza di 15 anni. Ma i firmatari non perdono la speranza e nel caso rilanciano: "Auspichiamo ci sia un altro liberale come Albertini. Milano, cuore pulsante economico d'Italia nonché capitale morale ne ha tanto bisogno", afferma l'avvocato Giampaolo Berni Ferretti che aggiunge: "La città ha saputo reinventarsi dopo Tangentopoli, oggi è il cuore pulsante dell'Europa unita ma serve una personalità di spicco".

La conquista di Palazzo Marino

Per il momento l'unico nome ufficialmente in campo è quello dell'attuale sindaco Beppe Sala. Il centrodestra è ancora alla ricerca del suo candidato ma nella coalizione formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia il solo che sembrerebbe in grado di riconquistare Palazzo Marino in una sfida con il sindaco uscente sarebbe appunto Gabriele Albertini. E' quanto emerge da una rilevazione della società Eumetra sui possibili risultati delle elezioni pubblicata lo scorso 26 febbraio dal quotidiano La Republica.

Sondaggio Eumetra

Secondo il sondaggio realizzato dalla società Eumetra, che tra il 16 e il 20 febbraio ha intervistato un campione di mille milanesi rappresentativi per genere, età e Municipio di residenza, in un eventuale ballottaggio Albertini batterebbe Sala 51 a 49

Gabriele AlbertiniGabriele Albertini

Nella lettera appello i firmatari auspicano un ritorno di Albertini: "Crediamo che se è vero che Lei è stato Sindaco del centrodestra, anche se di un centrodestra molto diverso da quello attuale, il suo percorso politico di liberale di centro faccia di lei il profilo milanese più simile a quello dell’attuale Presidente del Consiglio. Le chiediamo allora non solo di accettare la candidatura ma anche di accettare un progetto di rinascita civica per la città". E concludono: "Per consentire di tenere viva quella tradizione di grandi sindaci milanesi incarnata con colori politici diversi ma con grandi competenze e valore storico dai Bucalossi e dai Tognoli e che ora sembra smarrita".

LA LETTERA APPELLO

Un Albertini sia il Draghi di Milano

Sembrano passati millenni da quando Gabriele Albertini progettava la Milano che poi abbiamo visto realizzata negli anni successivi da Moratti e Pisapia.

La Darsena riqualificata, che era diventata forse la più potente attrazione turistica della città, oggi è ricordata per un concerto abusivo fatto in piena pandemia e dopo l’annuncio di massicci controlli. Insomma una Caporetto della sicurezza civica ma soprattutto un danno simbolico, ma poi economico, che la città pagherà a lungo con minore turismo, mancate sponsorizzazioni di eventi e calo dell’indotto degli esercizi commerciali lì vicini, anche finita la pandemia.

L’8 settembre di quest’anno lo stadio di proprietà della Juventus compirà 10 anni di fatturato e di posti di lavoro dati al suo indotto e dall’anno scorso l’Atalanta gioca in Champions League nel suo stadio mentre Milan e Inter sono più indietro della Roma calcio nel definire un progetto del loro “campo da calcio cittadino”. Lo smart working adesso e domani l’home working infine rischiano di tenere lontano centinaia di migliaia di lavoratori che ogni mattina entravano per lavorare a Milano. La ricaduta in termini economici sul mercato immobiliare degli uffici, degli esercizi commerciali e alle casse del Comune alimentate da molti di loro con Area C, sembrano inevitabili.

E’ stato non solo cancellato il piano parcheggi di Gabriele Albertini con la non realizzazione di più di 50 parcheggi interrati previsti, ma le amministrazioni Pisapia e Sala hanno e stanno mortificando la mobilità privata con interventi demagogici che hanno solo ottenuto un dannoso duplice effetto: La cancellazione di migliaia di parcheggi stradali, con evidenti difficoltà per i cittadini che hanno la necessità di utilizzare il proprio mezzo e un forte danno economico per i commercianti, e il costante aumento del traffico in Milano che porta alla paralisi in molte strade della nostra città, prima fra tutte Corso Buenos Aires, esempio concreto dell’ottusità di queste due ultime giunte.

E se soffre la Milano degli uffici in centro, le periferie stanno ancora peggio perché dopo aver pagato un prezzo più alto in termini di vite umane al virus arriverà il conto anche di una crisi economica peggiore di quella del 2008.

Chi guida la città oggi è chiuso nel bunker dei suoi video social mentre la sua maggioranza viene disorientata da politiche che scavalcano a destra la destra (il divieto di fumo all’aperto, tra l’altro propagandato come mezzo per abbattere il Pm10) e costanti occhiolini alla parte più a sinistra della coalizione.

In questo scenario quasi postbellico anche il centrodestra non riesce a fare emergere una leadership forte in grado non di fare comizi populisti, ma di incarnare e realizzare un progetto complesso di rilancio di Milano come metropoli europea e internazionale nel mondo post-pandemia.

A Milano serve una figura e una soluzione come quella che sta incarnando Mario Draghi al Governo Nazionale, che sappia parlare ed avere una maggioranza capace di superare gli attuali schieramenti. Già: ci vorrebbe un Gabriele Albertini Sindaco del centrodestra, anche se il suo centrodestra era molto diverso da quello attuale. Ci vorrebbe un candidato Sindaco che come Gabriele Albertini sapesse esprimere e rappresentare la milanesità (l’umiltà di tanti piccoli gesti quotidiani, il lavoro incessante e la genialità creativa che fanno quell’unicità italiana riconosciuta in tutto il Mondo come il suo tratto più saliente).

Ci vuole un liberale come lo fu Gabriele Albertini, capace non solo di avere mille e più attenzioni per la crescita del territorio e delle sue aziende, ma anche capace di far scoprire a Milano una sua inedita vocazione turistica internazionale (capace di attirare capitali ed investimenti dall’estero) e, di rilanciare la milanesità nel mondo, sapendo così assurgere al ruolo del miglior alleato dell’attuale Presidente del Consiglio.

Il rilancio di Milano sarà infatti strategico per il futuro dell’Italia intera.

Attrattività del Sistema Paese, competitività, innovazione passano ormai, in un regime di federalismo fiscale, solo dal Capoluogo Lombardo. E grandi sono le responsabilità del Primo Cittadino e della Giunta della Città, nel disegno del nostro futuro e di quello dei nostri figli.

Già: ci vorrebbe di nuovo una canditura di un Gabriele Albertini capace di tenere viva quella tradizione di grandi Sindaci milanesi incarnata con colori politici diversi ma con grandi competenze e valore storico dai Bucalossi e dai Tognoli e che ora sembra smarrita.

Tra i firmatari

Avv. Giampaolo Giorgio Berni Ferretti (Presidente Associazione Milano Vapore)
Avv. Mario Umberto Morini (Segretario Associazione Milano Vapore)
Gianni Rubagotti (Segretario Associazione per l’iniziativa Radicale Miriam Cazzavillan)
arch. Edoardo Dubini (Presidente Associazione MuoverMI)
Mirco de Carli e Pietro Chiapparo (Popolo della Famiglia)