Culture
De Carlo: "Ecco perché ho accettato di fare il giudice di Masterpiece...". E rivela: "Prima di esordire cestinai due romanzi..."
"Masterpiece", scelti i tre giudici: De Cataldo, De Carlo e Taiye Selasi. Massimo Coppola sarà il coach
"Masterpiece", quasi 5mila aspiranti scrittori candidati al talent di Rai3
La grande sera del "faidate"... Il duca di Wellington a “Masterpiece” Il commento controcorrente dell'editor Christian Soddu, co-fondatore dell'agenzia "West Egg"
Scrittori, editori, editor, interviste, recensioni, librerie, e-book, curiosità, retroscena, numeri, anticipazioni... Su Affaritaliani.it tutto (e prima) sull'editoria libraria |
di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton

Insieme ai colleghi Giancarlo De Cataldo e Taiye Selasi, Andrea De Carlo, classe '52, sarà uno dei tre giudici del primo talent tv per aspiranti scrittori, "Masterpiece", in onda dal 10 novembre in seconda serata su Rai3 (tutti i particolari nel box a destra, ndr). L'autore di romanzi di grande successo come "Due di due". Villa", "Tecniche di seduzione" e "Villa Metaphora" ne parla con Affaritaliani.it.
De Carlo, lei è un autore amato dal grande pubblico, ma le sue apparizioni in tv sono piuttosto rare. Cosa l'ha spinta ad accettare questa sfida assai rischiosa?
"So bene di correre un bel rischio. Del resto, tentare di raccontare attraverso la televisione un atto soprattutto interiore come la scrittura è difficile. Il problema di fondo, infatti, sarà proprio riuscire a 'tirar fuori' la scrittura, a renderla 'udibile', 'visibile'. Ho accettato questo impegno perché da sempre amo sperimentare nuove possibilità, nuovi linguaggi. Ad esempio, da anni per i miei libri ho scelto di evitate le presentazioni tradizionali, con la consueta liturgia del critico che tesse le lodi dell'autore di turno. Si tratta di occasioni perse. Preferisco stabilire un contatto il più diretto possibile con i lettori, e per riuscirci scelgo spazi non scontati, come i piccoli teatri o le biblioteche, dove il pubblico possa sentirsi a suo agio".
Quindi per uno scrittore è fondamentale il contatto fisico con i lettori?
"Certo. Chi scrive un un romanzo e decide di pubblicarlo poi non si può nascondere. L'autore, in un certo senso, deve 'risponderne' mettendoci la faccia. E' quello che accadrà a 'Masterpiece'...".
Si parlava prima della difficoltà di parlare di scrittura sul piccolo schermo. Ci sveli il format di "Masterpiece".
"L'obiettivo è parlare di libri e scrittori non nel solito modo, e mi riferisco alla tipica sfilata di autori introdotti dal presentatore di turno. Al contrario, vogliamo coinvolgere gli aspiranti scrittori concorrenti. E far scoprire al pubblico chi sono davvero e cosa c'è dietro il loro manoscritto. In questo senso, un ruolo decisivo lo avremo noi giudici. Siamo tre scrittori, un particolare non secondario".
A proposito, lei che giudice sarà?
"Prima di accettare la proposta ho chiarito che non avrei recitato un copione. Sarò me messo".
Quindi un giudice severo?
"Solitamente sono un lettore critico: molto poco di quello che leggo mi piace, e non ho paura a dirlo. Allo stesso tempo mi interessa capire le ragioni alla base di una scelta stilistica o legata alla trama. Ci terrei a chiarire che io, Taiye e Giancarlo non saremo chiamati a giudicare dei 'casi umani', ma dei potenziali scrittori'.
E' anche vero, però, che l'autore dietro al manoscritto di turno è importante.
"Non lo nascondo. E' raro trovare chi si approccia a un romanzo senza manifestare curiosità per chi l'ha scritto".
Torniamo al format del talent.
"Nella prima fase di saranno sei puntate. In ognuna si partirà da 12 concorrenti, e alla fine il vincitore sarà uno solo".
Sei vincitori per sei puntate, quindi.
"Nella prima fase sì. Partiremo dal manoscritto dell'aspirante autore di turno, che leggerà il suo testo, e che sarà poi commentato da noi giudici. A seguire, ci saranno una serie di prove. I telespettatori potranno scoprire i vari processi della scrittura. E i concorrenti avranno la possibilità di raccontare le proprie esperienze, anche di gruppo, attraverso dei testi che verranno giudicati di volta in volta".
I concorrenti scriveranno anche per la musica, il cinema, il teatro, la politica?
"Di sicuro sperimenteranno forme di scrittura molto varie".
Ci saranno ospiti famosi, anche extra-letterari?
"No. In ogni puntata gli ospiti saranno scrittori noti, che ci aiuteranno a giudicare i concorrenti".
Non temete il verdetto dell'Auditel?
"No. Anzi ne approfitto per dire che ho accettato di fare il giudice di un programma di questo tipo solo perché trasmesso dalla Rai, e da Rai3 in particolare. Se 'Masterpiece' fosse andato in onda su una tv commerciale, non avrei accettato".
Tantissimi italiani hanno un manoscritto nel cassetto e sognano di pubblicarlo, ma sono pochi quelli che leggono assiduamente libri altrui. "Masterpiece" non rischia di assecondare questa discussa "tendenza"?
"Intanto ci tengo a chiarire che non è vero che in Italia ci sono più scrittori che lettori. Da anni giro questo Paese per raccontare i miei romanzi, e mi imbatto ogni volta in lettori curiosi e appassionati".
E' anche vero che sono tantissimi gli aspiranti scrittori...
"Confermo. Ma nei loro confronti 'Masterpiece' può avere una funzione 'educativa'. Mi spiego: so bene che in tanti sono ossessionati dalla pubblicazione, prima ancora di decidere cosa scrivere. Spero che questo programma faccia capire agli aspiranti pubblicati che prima di pensare alla pubblicazione, si deve essere convinti del proprio testo".
Il suo primo romanzo, Treno di panna, nel 1981, ebbe un padrino d’eccezione, Italo Calvino. Quando terminò quel libro, era già sicuro del suo valore?
"Sì, perché non era il primo romanzo che portavo a termine, ma il terzo. I primi due non mi avevano convinto, tanto che decisi di cestinarli. Prima di avere la soddisfazione di veder apprezzato il manoscritto di Treno di panna da Calvino, per dieci anni mi ero dedicato a innumerevoli tentativi di scrittura. Spero che la mia esperienza serva da lezione agli 'ossessionato' dalla pubblicazione, e sono certo che anche gli altri due giudici la pensino come me".

Taiye Selasi e Andrea De Carlo
Sia sincero, lei avrebbe mai partecipato a un talent tv per scrittori?
"Avrei dovuto farmi violenza, e molta. Ma alla fine probabilmente avrei accettato, davanti all'occasione, imperdibile, di avere la possibilità di veder pubblicato il mio libro da un editore come Bompiani (che, tra l'altro, da anni pubblica tutti i romanzi di De Carlo, ndr). Certo, avrei partecipato solo con un testo convincente, non con un manoscritto raffazzonato in un mesetto".
Un'ultima curiosità: si era parlato dell'eventualità che la stessa Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale della Bompiani (la casa editrice del gruppo Rcs Libri che pubblicherà il romanzo vincitore, ndr) sarebbe stata tra i giudici...
"E' vero, se n'era parlato. Ma Elisabetta, di cui ho grande stima, è consapevole che fare al meglio l'editore richiede tanto tempo. Ed essere il giudice di 'Masterpiece' ne prende altrettanto... Ma avrà comunque i suoi spazi nel programma".
